Tommaso Rinaldi sul Carnevale: “Orgoglio (?) sipontino?”
Premessa: un ringraziamento enorme, gigantesco a tutti coloro che si sono adoperati per far sì che il Carnevale non si interrompesse e, di conseguenza, si perdesse definitivamente.
Tuttavia, un’analisi dei motivi per i quali il fenomeno di costume più importante della città si sia ridotto ai minimi termini andrebbe fatta; e andrebbe fatta seriamente.

Il Carnevale molto spesso viene visto altezzosamente come qualcosa di vacuo ed inutile, ma è l’essenza stessa di questa città, allo stesso tempo allegra e musona, sfarzosa e con le pezze al sedere, esuberante e falsa, dalle tante facce e dai mille talenti (spessissimo sprecati).
E allora bisogna capire se quelle piccole figure di cartapesta presentate in questo 2024 sono la nostra definitiva dimensione, oppure se quell’orgoglio sipontino, di cui tanto si parla, deve essere il punto di partenza per tornare ai fasti di un passato non troppo lontano che abbiamo creato e felicemente vissuto.
La strada da intraprendere è durissima, non solo per le risorse da trovare, ma anche e soprattutto per un sostantivo atavicamente sconosciuto in questa città: programmazione.
Se impareremo a programmare e pianificare le nostre risorse e le nostre peculiarità all’interno di piani pluriennali, da realizzare anno su anno e non nell’ultimo mese, forse non tutto è perduto.
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