Quando il mare travolse il Villaggio dei Pescatori della continua memoria (1963)
Manfredonia – VOGLIO raccontare questa storia, prima che il tempo la possa trascurare, anzi che mi possa occupare la mente del commuovere, pensando a quella notte così particolare,pieno di forza innaturale, arrivare come un macigno a forma di pugno gigantesco, di onde enormemente alte, che dalla luce del faro osservavamo fuori dal controllo della ragione, dal Villaggio Sant’Andrea appena costruito da qualche anno era il 1963, ero molto piccolo.Buio e chiaro allo stesso tempo era il cielo e la terra tutta una cosa sola, nuvole e acqua quasi a sfiorarsi a toccarsi, scatenate correvano ad una velocità enorme a dismisura fuori dal comune, fuori dalla logica, fuori da ogni programma di vita, da ogni addio dell’immaginario. Ricordo il fondo del sorpassato mondo che ci circondava intorno di onde che stava arrivando per prenderci per il collo, per tenerci in un vortice per poi farci ritirare nello sprofondo dell’abisso più lungo più a fondo dalla parte delle vicine isole.
Notte che aveva ceduto il passo all’alba che dal fragile assopire,voleva in un modo dormire,nel nostro villaggio isolato, smisurato dal resto del paese, non capivo con il mio pianto stavo zitto. Case piene di acque le onde erano arrivate insieme alle spugne marine,insieme ai coralli, e insieme ai contro balzi delle barche. Si camminava sull’acqua di sale,che per fortuna nella parte finale la si vedeva scemare, stanche,mentre l’altra parte della città stava a guardare.Così passata la lunga notte bagnati anche nella memoria ogni uomo, ogni bambino, di ogni donna, dopo un’eterna e lunga attesa,finalmente il cielo ed il mare ci liberò da quest’immagine d’illustrazione riprodotta da me dopo tanti anni.
Così finalmente ci restituì il mattino quando il mare se ne tornò indietro e ci riconsegnò le case martoriate che di proprietà per una intera notte erano state sue. Ho ancora quell’immagine di quel tempo nei miei occhi di bambino,anche se oramai sono grande da poterla raccontare, questa è la storia dell’onda dalla pancia grossa e gigantesca e dalla continua memoria.
di Claudio Castriotta