Il portale a settentrione di San Leonardo

IL PORTALE A SETTENTRIONE DI S. LEONARDO

San Leonardo in Lama Volara a Siponto è letteralmente uno scrigno d’arte. Il portale che si affaccia verso nord rappresenta un vero e proprio libro di pietra con sculture scolpite da mani sapienti a proporre allegorie e simbolismi con un’espressività artistica notevole, tipico esempio di classico misticismo medievale.

In questo post ci occuperemo degli stipiti, rappresentati da due fasce che dalla base corrono fino a un capitello istoriato.

Vi è un lungo viticcio sinuoso, che percorre come in una pagina miniata l’archivolto e gli stipiti, a cui è affidato un duplice ruolo, ornamentale e didascalico; la simbologia medievale riporta spesso la parabola di Cristo che è “vite” mentre i suoi discepoli sono “viticci”. Croce e Albero della Vita non di rado sono rappresentati come viti; la vendemmia come simbolo del Giudizio Universale alla fine dei tempi.

Negli stipiti, uomini e fiere, immagini talvolta duplicate, si intrecciano in armoniosi viluppi alle volute: queste traggono origine da un principio vitale o vivente, costituito da una fonte d’acqua o dalla gola di una fiera. Qui a San Leonardo, la scelta sembra cadere su motivi di natura cristologica, graficamente composti intorno alle lettere greche dell’Alfa e dell’Omega, eco puntuale delle parole divine in Apocalisse: «Io sono l’Inizio e la Fine, il Primo e l’Ultimo». Principio e Fine sembrano animare le scene alla base degli stipiti.

Alla base dello stipite di destra, l’alfa, maiuscola, è data da un leone a due corpi, con funzione di sputaracemi, tratteggiato su modelli islamici. È ancora l’Apocalisse a indicare nel leone un simbolo di Cristo (Ap 5,5): «Colui che si chiama Leone della tribù di Giuda e Germoglio di Davide ha vinto la sua battaglia.»

Alla base dello stipite di sinistra, l’omega, minuscola, è data da una scena complessa: il tralcio fuoriesce dalla gola di un drago su cui si avventa un uomo armato di spada. Si tratta, in chiave cristica, di una saga nordica, Siegfried che uccide il drago Fafner, con la stessa valenza del tema biblico di Sansone che uccide il Leone, laddove Siegfried e Sansone sono figure del Cristo vincitore della morte.

Salendo verso i capitelli, la vite con i grappoli che vi s’intreccia con altre figure ci richiama alla mente la frase evangelica e l’ammonimento di Gesù: «Io sono la vera vite e voi i tralci, perché senza di me non potete far niente». E vi è quindi un giovane con un «frutto» in mano: poi, un lupo in veste di agnello e il cervo ancora due volte riprodotto insieme con l’aquila, simboleggiante l’apostolo della carità, che non sono certo senza significato.

Il centauro saettante dovrebbe significarvi la costellazione del Sagittario. La figura del drago ricorda anche quello ucciso da San Giorgio, e la figura mostruosa dei due leoni addossati, terminanti con una sola testa, si riscontra anche in un capitello sulla parte alta della facciata della chiesa garganica di Pulsano.

Foto di Giovanni BARRELLA

GarganodaScoprire

Exit mobile version