Torna Landella: “Dopo il caso di Bari, è chiaro che Foggia è stata sciolta per motivi politici”

DOPO IL CASO DI BARI, È CHIARO CHE FOGGIA È STATA SCIOLTA PER MOTIVI POLITICI E NON MAFIOSI.
Oggi a Bari è “anche uscito il sole. È una bella giornata”. Così scrive sui social Antonio Decaro.
Sono felice per te, per Bari e per i baresi.
Tuttavia c’è qualcosa di profondamente ingiusto in ciò che sta accadendo, soprattutto, in ciò che è accaduto a Foggia o in altri Comuni che, con accuse meno gravi e con fatti meno evidenti, hanno dovuto subire l’infame conseguenza dello scioglimento.
C’è una evidente ingiustizia che ferisce una comunità che resta attonita e schiacciata sotto il sospetto di un trattamento differenziato. E oggi, mentre a Foggia piove e fa freddo, molti si stanno ponendo la stessa domanda: perché a certi Comuni viene concessa la possibilità di restare saldi, mentre ad altri viene tolto ogni diritto di esistere e la propria dignità?
Stiamo assistendo a una situazione paradossale: decisioni cruciali che riguardano il futuro di intere comunità vengono prese senza criteri univoci e, soprattutto, senza il rispetto di un principio fondamentale di giustizia: l’uguaglianza.
Servono criteri chiari e giusti per evitare che l’arbitrarietà di una legge si ripercuota sulla pelle dei cittadini, i quali rischiano di diventare vittime incolpevoli di un sistema che molto spesso usa l’arma del sospetto pur di distruggere l’avversario politico (come è successo nel mio caso per mano di un governo targato PD – Cinque Stelle). E così accade che a sciogliere un comune non sia la mafia ma gli avversari la politica.
Questo è quanto successo a Foggia dove la verità, un pezzetto alla volta, sta venendo a galla, nelle pagine delle sentenze che dichiarano la mia estraneità alla mafia non avendo alcun collegamento diretto e indiretto, nell’assenza di inchieste per mafia che abbiano attinto l’amministrazione sciolta, nella gestione, benché nefasta, del commissariamento che non ha annullato alcun atto amministrativo o di programmazione prodotto durante la sindacatura di centrodestra.
La legge che regola lo scioglimento dei Comuni per mafia è diventata un terreno fertile per arbitrarietà e disuguaglianza, creando una disparità di trattamento che non possiamo più accettare. I criteri con cui si decide di sciogliere un Consiglio Comunale sono troppo spesso ambigui e soggetti a giochi di potere politico e così mentre alcuni Comuni, anche per accuse meno gravi, si sono visti privare dei loro legittimi rappresentanti, altri, nonostante inchieste e arresti che coinvolgono figure di spicco all’interno delle amministrazioni, continuano a restare intatti.
Questo crea un clima di sfiducia che mina nel profondo la credibilità della legge stessa e oggi, forse ancora più di ieri, urge un intervento legislativo che, salvaguardando la lotta sacrosanta alla mafia, garantisca in maniera chiara e imparziale chi con la mafia non ha mai avuto nulla a che fare.
Stasera nella mia Foggia continua a piovere e fa freddo ma sono certo che la primavera arriverà presto.
Franco Landella