Strage silenziosa a Borgo Mezzanone, non ce l’ha fatta il terzo cane

Strage silenziosa a Borgo Mezzanone, non ce l’ha fatta il terzo cane
È morto anche il terzo cane. Dopo una notte di agonia, non ce l’ha fatta. I primi due erano stati trovati ieri senza vita a Borgo Mezzanone. Tutti e tre avvelenati. Tutti e tre accuditi con amore da alcuni residenti della borgata, dove vivevano da tempo, dopo essere stati sterilizzati e reimmessi sul territorio come prevede la legge.
Occorre precisare che il Comune, in assenza di pericolo per l’incolumità pubblica o di gravi condizioni sanitarie, non poteva – né può – prelevarli arbitrariamente.
Nonostante l’estensione del territorio di Manfredonia – oltre 350 chilometri quadrati, tra i più vasti della Puglia – oggi la situazione del randagismo è sotto controllo, grazie al lavoro quotidiano degli operatori, alla collaborazione con le associazioni e alla gestione responsabile del canile, che mantiene numeri entro i limiti previsti.
Ieri, appena ricevuta la segnalazione dell’avvelenamento, Marco Lupoli – responsabile del Canile Rifugio ENPA di Manfredonia – si è precipitato sul posto, prendendo in carico il terzo cane ancora vivo. Ha attivato il protocollo farmacologico contro l’avvelenamento e richiesto l’intervento urgente del veterinario. Ha fatto tutto il possibile, ma stamattina anche lui non ce l’ha fatta.
Per questo ho deciso di sporgere denuncia. Perché quanto accaduto è vile, crudele, inaccettabile.
Non possiamo continuare a educare i nostri ragazzi al rispetto della vita, e poi tacere quando la vita viene distrutta con il veleno. Non basta indignarsi: servono atti, servono scelte, serve giustizia.
Perché la crudeltà non può avere spazio. E il silenzio non può diventare complice.
Maria Teresa Valente