Scandalo 600 euro: 3 deputati della Lega, 1 M5S e 1 Italia Viva. Scoperti anche 2000 tra assessori regionali, consiglieri regionali e comunali, governatori e sindaci
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Chi sono i cinque deputati che hanno chiesto e ottenuto il bonus partita iva da 600 euro, poi elevato a 1000, messo a disposizione del governo per sostenere il reddito di autonomi e partite iva durante l’emergenza Coronavirus? Secondo La Repubblica, dalle prime indagini sarebbe emerso che i cinque di Montecitorio sarebbero tre deputati della Lega, uno del Movimento 5 Stelle e uno di Italia Viva. Inoltre, nella vicenda sarebbero coinvolte addirittura duemila persone tra assessori regionali, consiglieri regionali e comunali, governatori e sindaci.
Il fatto, scoperto dalla Direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza dell’Inps (una struttura creata dal presidente Pasquale Tridico con l’obiettivo di scovare e scoraggiare truffe ai danni del sistema previdenziale) e rivelato da La Repubblica, sta facendo molto scalpore nonostante non ci siano reati. I cinque deputati avevano, infatti, tutti i requisiti per chiedere e ottenere il bonus e non hanno commesso alcun reato, ma l’azione è tuttavia discutibile da un punto di vista etico dal momento che un parlamentare guadagna uno stipendio netto di oltre 12mila euro e può godere di una serie di agevolazioni e benefit, mentre il bonus era destinato alle famiglie in difficoltà a causa dell’emergenza economica causata dall’epidemia di Coronavirus.
Matteo Palumbo