L’aveva annunciato in campagna elettorale e sarà realtà: Giorgia Meloni ha già messo in discussione la misura molto voluta (e sostenuta) dal MoVimento 5 Stelle: il reddito di cittadinanza. La premier, alle prese con le possibili pedine che formeranno il nuovo esecutivo, ha già annunciato di voler mettere mani sul sussidio e sui bonus edilizi. Il tempo per scrivere una nuova legge di bilancio non è tantissimo, ma Meloni proverà a rimodulare il tutto.
Per Fratelli d’Italia, come anticipato questa mattina dal giornale di Marco Travaglio il Fatto Quotidiano, il reddito di cittadinanza va riformato quasi completamente. Se Meloni ha parlato in più occasioni di abolizione, ora si passa alla riforma, consapevole che l’eliminazione di una misura del genere potrebbe portare rogne al neonato governo. Il giornale titola: “Prima mossa: guerra ai poveri e al Sud”. E aggiunge: “Proprio nel giorno in cui la Commissione europea invita gli Stati membri ad adeguare e rafforzare gli strumenti per garantire un reddito minimo, da Fratelli d’Italia emerge la volontà di iniziare a smantellare la riforma del simbolo del M5S”.
L’idea, sostenuta da Giovanbattista Fazzolari (responsabile del programma del partito della Meloni) e Maurizio Leo (responsabile economico del partito), è quella di inserire una norma nella legge di Bilancio che modifichi il criterio per ricevere il reddito: se si rifiuta una sola offerta di lavoro su tutto il territorio nazionale, si perde il sostegno.
Oggi, in realtà, il sussidio si perde se ne rifiutano due di posti di lavoro. Meloni taglia e riduce tutto a un solo posto di lavoro. Il tema è anche quello del rafforzo dei controlli, con l’obiettivo di scovare chi approfitta del bonus per lavorare in nero, per fare il furbetto e per sostenere una vita non in linea con i principi di povertà che il reddito tende a garantire e sostenere.
La riforma non porterà molto nelle casse dello Stato, ma è più un principio e una idea di Paese che vuole Meloni vuole ribadire. Il mancato sfondamento elettorale di Meloni al Sud è proprio dovuto a questo aspetto: l’idea della leader – in verità – è un percorso guidato per la riforma del reddito che porti direttamente, nel corso del tempo, all’abolizione. “Si andrà verso l’abolizione, dando sostegni adeguati a chi non può lavorare”, ha dichiarato Lollobrigida.
L’idea, però, non convince tutti i partiti della coalizione. Secondo molti, infatti, se prima mossa del governo sarà quella contro il reddito di cittadinanza, in molti potrebbero voltare faccia (elettoralmente parlando) ai partiti della maggioranza. “Sarebbe una misura inutile perché non porta gettito e fa incazzare tanta gente”, dichiara un esponente di centro-destra al Fatto.