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Riccardi, “La vera storia dell’Istituto Nautico”

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Per un pugno di click. La (vera) storia del finanziamento per l’ex Nautico

Si prova scoramento, a volte, quando si spettacolarizza ogni notizia, attribuendo titoli roboanti e inserendo nell’articolo solo alcune, determinate, parti di un provvedimento. Scoramento perché, nel migliore dei casi, si è davanti a tanta superficialità, ma può anche essere, e qualche volta lo è, che manchi la dote che dovrebbe distinguere chi fa informazione da chi cerca click: la professionalità.

Lo scoramento lo si prova nel leggere l’articolo, pubblicato da una testata on line locale, che parla del decadimento di un finanziamento da 1.5 milioni di euro, al Comune di Manfredonia, per il miglioramento sismico dell’edificio che ospitava l’Istituto Nautico. Si provi a cliccare sulla foto, una cosa che farebbero in pochi, che è stata inserita a fondo pagina. Cosa si legge?

Testuale: “Il progetto proposto riguarda interventi su strutture dismesse da adibire ad attività di servizio per Comando sede locale Compagnia C.C. e locale Commissariato di P.S. ed, alla data di presentazione dell’istanza di richiesta contributo, le funzioni allocate nell’edificio candidato a finanziamento non risultano ascrivibili ad attività di C.O.C. e uffici comunali (così come dichiarato all’atto della domanda)”. E’ questa la spiegazione. Quel tipo di finanziamento può essere concesso solo per gli “edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile”, come recita l’articolo 2 dell’Ocdpc n. 293 del 26 ottobre 2015 “Contributi per gli interventi di prevenzione del rischio sismico per l’anno 2014”.

Per maggiore chiarezza, il miglioramento sismico riguardava solo i locali dei laboratori che avrebbero dovuto ospitare il Centro Operativo Comunale, cioè una componente della Protezione Civile, e alcuni uffici comunali. Ma la Questura di Foggia e il Comando provinciale C.C., confortati dal Ministero dell’Interno, hanno espresso il proprio interesse per l’intero complesso e, in appositi incontri tenuti presso la Prefettura di Foggia, è stata verificata la possibilità di dislocare in quell’area sia la Caserma dei Carabinieri che il Commissariato di P.S.

E’ così difficile, quindi, appurare che il Comune di Manfredonia non ha posto in essere ulteriori procedimenti semplicemente perché in quell’area sorgerà la cosiddetta “Cittadella della sicurezza”? Chissà. Sicuramente è più semplice copiare e incollare parzialmente il provvedimento regionale, aggiungendo, nel minestrone che genera indignazione, gli importi finanziati per progetti presentati da altri Comuni. Il gioco è presto fatto: click e commenti a iosa. La verità è altra, però, e si alimenta dell’indagine giornalistica e dei riscontri utili per comprendere, innanzitutto, per, poi, farsi comprendere.

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