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Premiato a Roma il regista di Manfredonia Stefano Simone

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Premiato a Roma il regista di Manfredonia Stefano Simone

Le parole del regista sipontino Stefano Simone

Ieri sera a Roma mi è stato conferito il prestigioso “Premio Pier Paolo Pasolini – Eccellenza alla carriera”.

Dedico questo traguardo a tutte le persone che mi hanno sempre voluto bene e supportato durante il mio percorso professionale. Un nuovo punto di partenza per stimolarmi a raggiungere vette sempre più alte. Ringrazio ancora tutta la giuria per questo incredibile riconoscimento giunto prima delle 40 primavere.


Qui di seguito la motivazione:
“Conosco Stefano Simone dal 2007, quando muoveva i primi timidi passi nel mondo del cortometraggio, ho visto passare la sua macchina da presa passa dal genere puro al cinema sociale, dagli omaggi ai Maestri dell’horror italiano come Bava, Fulci e D’Amato a una cinematografia impegnata, ma con grande rispetto dello spettatore, perché Simone è convinto che un buon regista deve prima di tutto raccontare delle storie. Simone con stile di regia sobrio ed essenziale riprende le zone più degradate di Manfredonia per costruire un’atmosfera noir, cita esplicitamente Pier Paolo Pasolini (Accattone, Mamma Roma…) quando si sofferma su palazzi cadenti e borgate di periferia. Simone usa il genere thriller – horror mai fine a se stesso. Gli scacchi della vita – uno dei suoi film migliori – presenta spunti interessanti come stile di regia. Perfetta la scelta degli ambienti degradati teatro dell’azione, tra mare e miseria, verrebbe da dire, in un crescendo pasoliniano. E poi sempre molto pasoliniani sono i film che condannano il bullismo (Fuoco e fumo) e che si concentrano su temi sociali (Bandiere e primavere) ma anche il documentario Il cielo sopra Piombino. Alcuni suoi film mettono la provincia al centro della storia, rendendola specchio del malessere che ci avvolge, in altri casi parte da una leggenda per raccontare un thriller periferico, tra desolazione e squallore, bracci ferroviari dimenticati e giovanissimi protagonisti. Non è importante cosa si racconta ma come lo si racconta, in definitiva. Stefano Simone sceglie il modo più originale di fare cinema noir e mistery, mostrando il meno possibile scene efferate, ma entrando nella mente dei suoi personaggi e di una provincia intera.”

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