PNRR: “I piccoli comuni del mezzogiorno tagliati fuori”

LE REGIONI E IL FALLIMENTO DEL PNRR:

I PICCOLI COMUNI DEL MEZZOGIORNO TAGLIATI FUORI, SERVE UNA SVOLTA CON LA LEGISLAZIONE DIFFERENZIATA

Il Coordinamento Nazionale dei Piccoli Comuni Italiani denuncia il fallimento delle Regioni nella gestione dei fondi del PNRR destinati alle aree interne e al Mezzogiorno. A quindici mesi dalla rendicontazione finale, emerge con chiarezza l’incapacità di trasformare oltre 30 miliardi di euro in interventi concreti per lo sviluppo dei territori marginalizzati.

I NUMERI DEL DISASTRO

Le Regioni meridionali hanno ricevuto ingenti risorse dal PNRR, eppure:

Trenta miliardi di euro a disposizione per il Sud e il risultato è desolante: assenza di progetti strutturali, investimenti inefficaci e una gestione priva di una visione strategica.

“I due pilastri fondamentali del PNRR – coesione sociale e riequilibrio territoriale – sono rimasti sulla carta”, afferma Virgilio Caivano, portavoce del Coordinamento“Le aree interne, l’Appennino, la corona alpina, i nostri piccoli comuni con dieci milioni di cittadini, non hanno toccato palla. E a pagarne il prezzo sono le comunità locali, sempre più isolate e prive di servizi essenziali.”

LE AREE INTERNE, LE GRANDI DIMENTICATE

Nonostante i proclami, i fondi non hanno prodotto scuole più efficienti, una sanità territoriale potenziata, una mobilità sociale più accessibile o un rafforzamento della pubblica amministrazione locale. Le risorse sono state gestite con norme sbagliate, raffazzonate e senza alcuna capacità di pianificazione da parte delle Regioni.

“La verità è che il sistema istituzionale italiano, a partire dalle Regioni, si è dimostrato inadeguato. Si tratta di meri centri di spesa, nelle mani di grandi gruppi italiani ed europei, senza un reale impatto sulla vita dei cittadini”, prosegue Caivano. “Non c’è stata alcuna visione meridionale dello sviluppo. Non c’è stato un piano strategico per ridurre il divario con il resto del Paese. Il Sud è stato ancora una volta lasciato indietro.”

UN SISTEMA CHE NON DIALOGA: MINISTERI E REGIONI IN PARALISI

Oltre all’inadeguatezza regionale, il Coordinamento evidenzia il caos amministrativo tra i vari Ministeri, che non dialogano tra loro, si sovrappongono e producono misure scoordinate. “Il risultato è un labirinto burocratico in cui tutto si blocca e nulla arriva realmente sui territori”, sottolinea Caivano.

UNA PROPOSTA CONCRETA: LEGISLAZIONE DIFFERENZIATA E CASSA PER L’APPENNINO

Di fronte a questo scenario disastroso, il Coordinamento dei Piccoli Comuni rilancia con forza la necessità di una Legislazione Differenziata.

“La nostra proposta non è solo una teoria: è una necessità per il futuro delle aree interne e del Mezzogiorno”, ribadisce Caivano“Abbiamo bisogno di una governance economica chiara, di un Piano ‘Adriano Olivetti’ per lo sviluppo locale e di una ‘Cassa per l’Appennino’ che possa garantire investimenti mirati e strutturali. Serve un nuovo modello che metta al centro i territori, non i palazzi della politica.”

Per spiegare concretamente ai cittadini, alle amministrazioni locali e alle imprese la nostra visione, nelle prossime settimane sarà pubblicato un libretto sulla Legislazione Differenziata. Il testo sarà presentato ufficialmente alla Camera dei Deputati, per portare questa battaglia direttamente nelle sedi istituzionali.

“Non possiamo più permettere che le aree interne siano trattate come un dettaglio secondario. Questa è una battaglia per il futuro dell’Italia intera. E noi continueremo a combatterla”, conclude Caivano.

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