Perché Mussolini non mangiava spaghetti?
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Perché Mussolini non mangiava spaghetti? La miniserie dedicata a Mussolini, in onda su Sky dal 10 Gennaio, ha riacceso un interesse per una figura tanto controversa quanto iconica, che continua ad esercitare un ambiguo fascino sulla memoria collettiva del paese; una figura su cui si è raccontato tanto, a volte troppo, ma di cui non è mai abbastanza. Eppure, ci sono dettagli apparentemente insignificanti, come il fatto che non mangiasse la pasta, che ci fanno riflettere sulla sua personalità e sul periodo storico che ha segnato. Un dettaglio curiosa che sfida l’immagine convenzionale che spesso accompagna la sua figura.
Il “mangiaspaghetti” come stereotipo di italianità
Gli italiani emigrati all’estero venivano definiti “mangiaspaghetti” un’etichetta che pur con tono dispregiativo, ha contribuito a consolidare il legame tra la pasta e l’identità nazionale italiana. Questo stereotipo evidenzia quanto la pasta non sia solo un alimento, ma un vero e proprio simbolo della cultura italiana. Gli spaghetti, come il tricolore e il caffè, caratterizzano l’Italianità nel mondo.
Mussolini e Marinetti contro gli spaghetti
Mussolini e il fascismo, nonostante abbiano promosso numerose campagne per rafforzare l’identità nazionale, ebbero un rapporto curioso con la tradizione gastronomica, in particolare con la pasta. Nella prima metà del secolo scorso, esisteva solo la pasta lunga e nella maggior parte dei casi si trattava di spaghetti. Durante il periodo fascista, il regime considerava la pasta un cibo estraneo, simbolo di una cucina popolare e gretta e preferiva promuovere la produzione di riso, alimento legato all’idea di dieta moderna e austera. Perfettamente in linea con il fascismo, Filippo Tommaso Marinetti, nel manifesto della cucina italiana, con il quale voleva elevate la gastronomia a espressione artistica, attaccava la pasta definendola responsabile di “pessimismo, inattività nostalgia e neutralismo”.
La pastasciutta antifascista
Il 25 luglio 1943 Mussolini viene destituito e arrestato. Per festeggiare la fine della dittatura, i fratelli Cervi, contadini antifascisti decisero di distribuire pastasciutta gratuita alla popolazione. Tradizione rimasta in vita anche dopo tutti questi anni. Presso la Storica Pastasciutta Antifascista di Casa Cervi si svolge ogni anno la grande festa. Se gli spaghetti sono il simbolo dell’Italianità nel mondo, la pastasciutta è diventata il simbolo della Resistenza italiana.