Morte Camilla Di Pumpo, la rabbia del fidanzato su Facebook: “Nessuna misura cautelare e giustizia più lenta del solito”

Nessuna misura cautelare, nonostante fosse evidente sin dalle prime immagini che la macchina di quel criminale fosse come un proiettile sparato ad altezza uomo.

Se vai cosi forte, in Città, in una strada del genere, lo metti conto che puoi uccidere.

E infatti hai ucciso, criminale.

Nessuna misura cautelare, nonostante fosse stato sin da subito evidente la personalità del soggetto, dedito alle folli corse in auto e all’ostentazione di una vita a dir poco al limite. Lo dicevano i suoi video sui social. Chiaramente. Ostentandolo.

Nessuna misura cautelare.

È legittimo eh, ma un tantino strano visto che spesso se ne abbonda. Ma no, in questo caso no, nessuna.

Nonostante si fosse sottratto nell’immediatezza del fatto a farsi identificare quale conducente dell’auto.

Quale assassino, in pratica.

Niente, libero.

Legittimo, ma strano. Parecchio.

Una Città che chiedeva risposte, che pretendeva risposte, una famiglia che aveva ed ha il diritto di avere risposte serie, forti, decise, concrete.

Nulla. Sinora nulla.

Sinora, dopo quasi sette mesi, si assiste ad una Giustizia ancor più lenta del solito.

Una lentezza che fa male ad un’intera Città.

Una Città che non può credere che sia normale sfrecciare come un proiettile su Via Matteotti e spezzare la vita ad una meravigliosa ragazza di 25 anni.

Senza conseguenze immediate. Serie. Rapide.

Ad oggi, invece, questa Giustizia, sta mostrando alla Città la parte peggiore di se.

E dispiace, molto.

Soprattutto per chi ci crede alla Giustizia.

Camilla sicuramente ci credeva. E tanto.

È ora di darsi una mossa.

Per rispetto a Camilla, per rispetto alla sua famiglia, per rispetto alla Città intera, a tutta la gente perbene che qui vive e vuole sentirsi tutelata, rispettata

Mario Aiezza su Facebook

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