Morta per sfuggire allo stupro. Il condannato premiato dal CONI. Polemiche

La decisione del CONI – poi ritirata – aveva indignato tutti. Un premio per uno dei due condannati per il tentato stupro di Martina Rossi, la ragazza morta il 3 agosto 2011 precipitando dal sesto piano di un hotel a Palma di Maiorca per sfuggire alla violenza sessuale dell’uomo. In poche ore, grazie alla mobilitazione del web, è arrivato il dietrofront del Comitato che ha revocato la benemerenza ad Alessandro Albertoni, condannato in via definitiva a 3 anni. La famiglia si era detta angosciata e sconcertata per la scelta dell’organizzazione sportiva. 

Albertoni, campione italiano di motocross, doveva ritirare questo premio prestigioso. I genitori però sono scoppiati di rabbia. “Dopo tutto quello che ha fatto a Martina – ha dichiarato il padre, Bruno Rossi – adesso arriva questo premio. Davvero non abbiamo parole”. 

Il CONI ritirando il premio e annullando la premiazione ha fatto sapere che il riconoscimento era stato annunciato nel 2020, prima della sentenza definitiva. La premiazione, in programma qualche giorno fa, era slittata a causa delle restrizioni pandemiche. Il dolore della famiglia è stato grande. Sono più di dieci anni, infatti, che questi due genitori lottano per avere verità e giustizia sulla morte della loro figlia. Quella di Martina Rossi è una storia che ha avuto lunghe compagini giudiziarie. Gli inquirenti, infatti, subito dopo la morte hanno archiviato il decesso come suicidio. È stato riaperto poi in Italia, a Genova, poi Arezzo. Dopo alcune assoluzioni, il 7 ottobre 2021 la Cassazione ha confermato per i due imputati la condanna inflitta dalla Corte d’appello di Firenze nel processo bis. 

L’avvocato della famiglia ha manifestato lo sconcerto per questa decisione. “Albertoni ha una pena ancora interamente da espiare e nessun segno di aver riconosciuto la propria colpa in ben 11 anni. ci chiediamo come si può ricevere una benemerenza da parte niente meno che del Coni per pregressi meriti sportivi. Il tutto alla presenza delle massime autorità locali. Sinceramente non abbiamo parole”, la dichiarazione di Luca Fanfani

Exit mobile version