Economia

Monte Sant’Angelo e Zapponeta a confronto tra risparmi inutilizzati sui conti e stranieri che diventano una risorsa, l’analisi di Tommaso Rinaldi

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Tommaso Rinaldi, consulente finanziato di Manfredonia, pubblica sui social un’attenta analisi su come due città vicine ma differenti si proiettano al futuro, e scrive “Mentre preparavo le slide da presentare al seminario sullo scenario demografico, sono rimasto particolarmente colpito dalla situazione di Monte Sant’Angelo, cittadina a tutti molto cara, dalla quale è partito il culto micaelico sviluppatosi successivamente in tutto il mondo.” Menziona il primo dei due incontri svolti presso l’infopoint di Manfredonia sul tema “Scenario demografico in Italia e nel nostro territorio” il prossimo si svolgerà il 22 Novembre 2024 alle ore 19:00 presso l’Info Point di Manfredonia.

Prosegue il consulente: “Vedere il terzo templio della cristianità mondiale ridotto ai minimi termini, nonostante due siti Unesco presenti nel suo territorio, un quartiere medievale ottimamente salvaguardato, la produzione del pane più buono della Puglia (non me ne vogliano quelli di Altamura, ma c’è un abisso tra le due tipologie), una piana sterminata di uliveti e una decina di km di costa spettacolare, dovrebbe indurre a qualche riflessione in più.”

“Oggi, Monte Sant’Angelo vede malinconicamente avvicinarsi la soglia degli 11.000 abitanti, con soli 59 nati nell’ultimo anno, un’età media di 47,5 anni, un indice di vecchiaia clamorosamente oltre 229 (ovvero ogni 100 under 14 ci sono 229 anziani over 65), un ricambio della popolazione attiva pari a 139, ma con una montagna di soldi lasciati a morire sui conti correnti dei quattro sportelli bancari locali (oltre a depositi e conti correnti postali, polizze ed investimenti vari), con interessi vicini allo zero: ben 112 milioni di euro inutilizzati e inutili al benessere proprio e dei propri concittadini (dati Banca d’Italia, 30 giugno 2024)

Cosa se ne fanno di tutti quei soldi lasciati malinconicamente a marcire? Si chiede il consulente finanziario “Nel migliore dei casi vanno a figli e nipoti, quasi tutti lontani da Monte, e finiscono per arricchire ulteriormente altri territori e a far collassare definitivamente la città dell’Arcangelo Michele.”

Tommaso Rinaldi fa un paragone con un’altra città: “Forse bisognerebbe rivedere le scelte fatte negli ultimi 50 anni per non morire definitivamente e dare uno sguardo, ad esempio, ad una piccola cittadina come Zapponeta che, con risorse risicate ed enormemente inferiori, sta trovando il suo posto nel mondo grazie ad una buona politica e ad una sana accoglienza degli stranieri, pari all’11,9 % della popolazione; 393 abitanti che lavorano, consumano, acquistano immobili e stanno contribuendo alla rinascita del paesino di Nicola Di Bari, tra l’altro una delle pochissime realtà con il saldo nati/morti in attivo.”

Ovviamente l’analisi del consulente Tommaso Rinaldi è assolutamente personale, restiamo aperti in caso di risposte o analisi differenti.

A Monte Sant’Angelo, gli stranieri sono solo l’1,5% della popolazione (171 unità), in stragrande maggioranza provenienti dall’Est Europa quasi certamente specializzati nella cura degli anziani.

Alcune slide della sua presentazione:

Le due città del confronto vivono situazioni ovviamente differenti, la città di Zapponeta vive di agricoltura che naturalmente “richiama” numerosi stranieri. Monte Sant’Angelo vive altre dinamiche economiche che probabilmente al momento non richiamano cittadini stranieri. E’ indiscusso che tutte le città della Capitanata, dai monti dauni al Gargano vivono uno spopolamento importante, causato da motivazioni differenti. E’ vero che il Gargano non può solo aggrapparsi all’industria del turismo, necessità di politiche nazionali differenti che possano invogliare allo sviluppo sostenibile anche di altre tipologie di economie, soprattutto all’industria che muoverebbe indotti ora fermi.

La politica locale probabilmente non ha la forza di arginare spostamenti di studenti che desiderano studiare fuori casa, qualche mese fa lo stesso Tommaso Rinaldi aveva pubblicato un post nel quale raccontava come il 100% degli studenti immagina il proprio futuro lontano da casa. Con molta probabilità non è compito della politica locale parlare di macro economia. Sarebbe più un compito della politica nazionale che dovrebbe studiare i flussi e capire come arginarsi o gestirli.

Sull’analisi dei depositi cospisui, è noto che in Italia le famiglie possono vantare importanti depositi immobilizzati, è ahinoi propensione di ogni individuo in modo differente decidere su come spendere o “investire” i propri risparmi, se investendoli in un’attività produttiva nella propria terra o per acquistare un’immobile nella città universitaria scelta dal proprio nipote o figlio. E’ invece compito della politica nazionale “incentivare” l’investimento in loco dei depositi sui conti correnti per evitare che giaciano infruttuosi.

“Monde jiè nu paradis, sòpe na cima jalt stà,

Monde jiè bella città, cacce giùvèn in quantità”

(Canto popolare montanaro)

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