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Mo vene Natele…per la precisione!

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MO VENE NATELE… PER LA PRECISIONE!


Secondo una prassi consolidata, gli «Storici» sono quelli che frequentano le biblioteche, anche di tutta Italia, che vanno in giro per librerie, convegni, cercando documenti e foto presso altri lidi, confrontando dati e statistiche, ma soprattutto producendole ed elargendo poi informazioni a chi le cerca, condividendo con altri studiosi il proprio pensiero, l’archivio e materiali vari.


Noi invece ci riteniamo umili appassionati cose di “casa nostra”, ogni tanto ci siamo visti qualche partita di calcio fuori casa e i documenti che abbiamo consultato è robaccia (però richiesta) che non assurge a quella beata dell’Archivio di Viale De Gasperi, in appannaggio ai sapiens della landa sipontina e non «manfredoniana»… parola avvezza ai novelli decurioni che scrivono ad orecchio pur di giustificare il proprio mandato… oibò!.


Vorremmo invece essere definiti come degli «stoici», volendo distaccarci dalle cose terrene e goderci il naturalismo tanto caro a Rousseau e quell’infinito leopardiano nella quiete del mare, nell’estremo ideale dell’atarassia.


Ma gli eventi ci costringono ad intervenire per evitare equivoci ed illazioni.
Gli appassionati come noi, di cose di casa nostra, non sono arroganti, sono semplici spettatori di una evoluzione storica di eventi, come ad esempio la storia del calcio locale con le sue origini risalenti a ben 92 anni fa.


Scriviamo questo perché nel mezzo del «cammin di nostra vita» è arrivato il tempo di piantare il «zippero» e lo faremo con l’ultimo «papiello» in assoluto sulla storia del football in riva al golfo.
Si tratterà di un libello di quasi 600 pagine con foto, statistiche e tabellini, dal titolo «Manfredonia Gol Volume IV (1992-2025)».


Il volumetto è pronto, vorremmo solo trovare qualche buon amico che ci dia una mano a sopportare i costi.


Avevamo deciso di non pubblicare più niente, di fermarci e di chiudere con Eupalla, ma l’altrui irriconoscenza ha «scetato» l’eudaimonia “felicità” propria dei «fessi idealisti come noi», che da sempre pongono i valori dell’amicizia come cardine della socialità e maldestramente credono nella cultura come valore universale, segno identitario e di collaborazione e non discriminatorio come «si usa» a Manfredonia, anche per risollevare le sorti della patria natia.

E a proposito di cultura, come tutti i sipontini, conosciamo da una vita la filastrocca che recita:
Mo’ vene natèle,
mo’ vene natèle,
facime li pettole
e i cartellete;
i nannarille e li
cavenzungille,
i taralle e li scavetatille.
Natèle pu’ mosse
de jonte e dope
Natèle facime
li conde.
A mangè vene
lu guste, a pajè
vene la suste.

Questi versi l’abbiamo ritrovati anni orsono, in alcuni canti abruzzesi successivi al 1800, declamati dai mandriani della transumanza.


Molto probabilmente è una pastorale del Vescovo Sant’Alfonso de’ Liguori (l’autore di «Tu scendi dalle stelle»), poi adattata nel nostro dialetto e da quelli limitrofi… pertanto si tratta di una tradizione orale consolidata in Apulia.


Nel 1976 venne trascritta nell’opuscolo chiamato “U Suttene” da Pasquale Ognissanti (che da allora non ha più pubblicato commedie in vernacolo pur scrivendone almeno una decina tra le quali ricordo il copione di “Annanze a nu cafè”, oppure “Sotte u campanere”) e al Cine Teatro Pesante venne recitata insieme ad altri mottetti e/o strapulette, durante il veglioncino dei bambini a Carnevale, dalla classe terza dell’Ins. Beppe Ognissanti (autore anch’egli di altre commedie recitate dagli alunni delle sue classi e una citazione va al libro “Il Vicinato”).


Qualche mese dopo una sentenza della Pretura di Manfredonia attribuì la primogenitura dei contenuti al copione de “U Suttene” (possediamo ancora una copia dell’ordinanza del Giudice)… ma questa è purtroppo un’altra storia… come dire: «trattare della letteratura inglese senza citare Geoffrey Chaucer, autore peraltro dei Racconti di Canterbury», nei quali fa assurgere a lingua il dialetto di Londra, ispirandosi (con onestà) al Decamerone di Boccaccio.


Tutto quanto sopra esposto per dovere di cronaca e per la precisione…


Non ce ne voglia nessuno… ma prima di scriverci e telefonarci, fatevi un esame di coscienza e informatevi. Buone Feste!.


Giovanni Ognissanti

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