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Manfredonia. Palude Frattarolo: trasformata da zona umida in zona arido steppica

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Manfredonia. Palude Frattarolo: trasformata da zona umida in zona arido steppica

C’era un tempo in cui, oltre un decennio orsono, vi era la nota palude Frattarolo, situata ad un tiro di schioppo da Manfredonia, che oltre ad essere un enorme palude costituita da acque salmastre di provenienza sorgiva, arricchite da quelle provenienti dalla piogge, costitutiva l’habitat naturale ottimale per lo stanziamento e la riproduzione di numerose specie di volatili oltre che per lo stanziamento dei bufali.

Quella palude, come specificato dal sipontino Matteo Trotta, profondo conoscitore dello stato dei luoghi, nel dopoguerra, era divenuta una fonte di lavoro per tanti sipontini, che dalla stessa ne ricavavano i famosi giunchi per la realizzazione di scope e cesti, oltre ad essere una valle di allevamento e pesca di anguille ed altre specie ittiche ed infine una riserva di caccia, utilizzata come fonte di sostentamento.

Un decennio fa quelle paludi, sono rientrate nel progetto Life fortemente voluto della Unione Europea e promosso dalle associazioni ambientaliste, finalizzato proprio a caratterizzarle, mediante l’esecuzione di lavori dal costo di due milioni di euro, come habitat ideale appunto per la riproduzione e stanziamento delle specie volatili.

Nella realizzazione pratica, in verità, si è assistito ad uno stravolgimento totale dello stato dei luoghi, che da zona umida paludosa è stata trasformata in una zona arido steppica. “Non c’è più traccia delle paludi né di specie volatili ma solo una riserva di cinghiali e lupi”, evidenzia Matteo Trotta.

La scomparsa degli acquitrini è stata la diretta conseguenza della realizzazione di canali che hanno dirottato le acque nel fiume Candelaro per poi farle confluire in mare.

Un progetto, appunto Life che anziché risolversi concretamente in un miglioramento dell’habitat dei volatili con implementazione della loro riproduzione, si è risolto, contrariamente, nella loro completa scomparsa.

In loco vi sono solo arbusti, canneti, erbacce, cinghiali, lupi e null’altro e la causa di ciò, come precisato sia da Matteo che dalla guardia ambientale Alessandro Manzella, è rinvenibile nel completo prosciugamento della palude Frattarolo.

In pratica, due milioni di euro spesi per disintegrare quello che la natura in autonomia nei secoli aveva creato: un habitat naturale ricchissimo di volatili e biodiversità. Non solo con la deviazione delle acque mediante la realizzazione dei canali, prosciugandosi le paludi, si sta assistendo anche al prolificarsi di fenomeni di abusivismo, consistente nella coltivazione delle terre emerse da parte di terze persone. In conclusione, rileva Matteo Trotta, è quanto mai opportuno che il Comune di Manfredonia, nella persona del Sindaco, assuma tutte quelle iniziative necessarie per riportare le paludi Frattarolo nel loro originale stato dei luoghi.

di Antonio Castriotta


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