Le Palme (a cura di Pascalonia, per l’Archivio Storico Sipontino)

Le Palme
(a cura di Pascalonia, per l’Archivio Storico Sipontino)
Per questa festività le tradizioni popolari sipontine sono inveterate e riguardano molte modalità di vita, cose che, comunque, ritroviamo anche nelle comunità meridionali.
Iniziamo con gli auspici del tempo: Palma mbosse: grènja grosse, Il giorno delle palme con la pioggia / foriere di buon raccolto del grano.
Il giorno delle Palme, la nuora, ancora nubile, si recava presso la futura suocera, per offrirle la “palma”. Per l’occasione, la suocera non mancava di fare un regalo alla giovane, per lo più un oggetto d’oro. Seguiva l’invito a pranzo, il quale, per consolidata tradizione (riscontrabile nei “cibari”, spese per l’acquisto degli elementi per il cibo, delle Clarisse e dei Celestini, secc. XVII, XVIII), poteva essere la arrecanata (rejanéte) di patate con le seppie, oppure delle seppie, sempre ripiene, a ragù, con i troccoli (i ndurce).
Questo invito assumeva una sua valenza per studiare i futuri comportamenti della nuora che andrà sposa. Lei, dopo pranzo, poteva rimanere seduta, in conversazione, con gli anfitrioni, oppure aiutare la futura suocera a rassettare e lavare le stoviglie. Era chiaro che il tutto denotava il grado di disponibilità della giovane. Ed è proprio in quest’ultima situazione che la “suocera”, scandaglierà (scanagghjéje), la “nuora “ sul modo con il quale si comporta con il fidanzato, e si comporterà, poi, con il marito… Altri termpi?! Essìh!…altri tempi… ca mo…
Altra tradizione riguarda il comportamento del nipotino o della nipotina che si recavano dai nonni e porgere loro la palma; nell’occasione loro recitavano:
Ecche lla palme/ e facime lla péce/ ne nn’ji timbe / de stéje nguèrre/ e sonne lli turche/ ca fanne lla péce,/ quèste ji lla palme/ e damme nu bbéce
Ecco la palma / e facciamo la pace/ non è tempo di stare in guerra/ e sono i Turchi/ che fanno la pace,/ questa è la palma / e dammi un bacio/
E seguiva il reciproco abbraccio e bacio.
Infine, tutti i familiari, recandosi reciprocamente nelle rispettive abitazioni, portavano seco la palma (ramoscello di ulivo) e se lo scambiavano, dopo averlo baciato
Povere cose?! Sì! ricchezza di povere cose che detonavano e denotano una atavica cultura, frutto di consapevole civiltà che non può, non deve andare sprecata!…