Lavoro e diritti, lunedì 10 marzo la senatrice Susanna Camusso al Circolo Pd di Manfredonia
Lunedì 10 marzo, alle 19.00, la senatrice del Partito Democratico e vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro Susanna Camusso, sarà al Circolo cittadino “G. La Pira” di Manfredonia per un incontro su diritti e lavoro, contro il precariato e per un lavoro più giusto e tutelato, con uno sguardo anche ai referendum della prossima primavera.
Un importante appuntamento per discutere di come per ricollocare il lavoro al centro della politica economica e di dove deve andare il Paese in una situazione di crisi crescente, in assenza di centralità di temi come precarietà e salario minimo, contro la narrazione vigente dei numeri sull’occupazione, che nascondono la triste realtà di un netto di ore lavorate addirittura minore rispetto al periodo pre-pandemia.
In un contesto nazionale e internazionale segnato da sfide sempre più complesse e da un mondo del lavoro in costante evoluzione, solo un fronte rafforzato sui diritti potrà continuare a difendere e garantire con determinazione dignità, equità e giustizia nel lavoro, e la capacità di fare fronte comune sarà decisiva per affrontare le sfide future e tutelare i diritti di lavoratrici e lavoratori in ogni settore, contro ogni sfruttamento e attraverso azioni preventive efficaci, sostenibili e inclusive.
Per il segretario cittadino del Partito Democratico Matteo Panza questo incontro con la senatrice Susanna Camusso è “solo l’inizio di una fase approfondita di incontri e discussioni che terremo su temi imprescindibili come i bassi salari, il lavoro povero, lo sfruttamento anche di quello che viene comunemente chiamato “lavoro del futuro”.
Con la senatrice Camusso si parlerà anche di salario minimo che contrasta il lavoro povero e di un’idea di sviluppo che se basata sui bassi salari e sull’irregolarità, non porterà mai investimenti ed innovazione, ma solo ad un impoverimento del paese, che non merita ferite come quelle tristemente note dei “ghetti”, strumenti nella mani di un sistema produttivo criminale e specchio dell’incapacità nazionale e datoriale di costruire una rete di risposte alle esigenze di vita dei braccianti e un’assenza di welfare che logora fisicamente i lavoratori e le lavoratrici.