La Stampa: “Monte Sant’Angelo: sapori e leggende del Gargano”

L’INGREDIENTE Il profondo legame di Monte Sant’Angelo con la storia religiosa del nostro Paese non è testimoniato soltanto dallo splendido santuario ma anche da uno dei prodotti tipici più particolari e rappresentativi della tradizione gastronomica locale. Si tratta delle Ostie Ripiene, le cui origini si perdono nei secoli, fino probabilmente al XVII, quando si narra che videro la luce per la prima volta, non a caso, in un convento di Clarisse. Intente a preparare le ostie per la Comunione nelle cucine del convento, alle monache caddero delle mandorle in un poco di miele. Per raccoglierle utilizzarono proprio due pezzetti di ostia dai quali risultò impossibile staccare, poi, le mandorle. Che si tratti della vera storia del dolce più tipico di Monte Sant’Angelo, oppure di una semplice leggenda, la presenza nella ricetta delle ostie, la loro modalità di cottura, la stessa di quelle preparate per la Comunione e le immagini sacre usate come decorazione, testimonierebbero, comunque, le origini monastiche dell’antica specialità pugliese.
LA RICETTA Le Ostie Ripiene si ricavano, dunque, caramellando le mandorle in zucchero e miele, insaporendo con un piacevole tocco di cannella, pressandole a due a due con tavolette di marmo o legno, e racchiudendole tra due cialde di ostia chiarissime e di forma ovale, lunghe circa 16-18 centimetri, e larghe 7-8 centimetri.
IL SEGRETO Le Ostie Ripiene vengono localmente chiamate con il nome dialettale di Ostie Chjène.