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La Camera approva una commissione sulla scomparsa di Emanuela Orlandi

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La Camera dei deputati ha votato il via libera all’unanimità per la costituzione della Commissione parlamentare d’inchiesta sui casi delle scomparse di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, le due ragazze scomparse a Roma nel 1983. Dopo tanti anni da quelle due scomparse, ancora avvolte nel ministero, il Parlamento italiano vuole fare luce sulla scomparsa di due ragazze innocenti. Ora il testo passerà al Senato per il varo definitivo della Bicamerale. Quando verrà approvato anche dal Senato, la commissione avrà un lungo tempo di studio e analisi che andrà avanti fino alla fine della legislatura. 

Dalla parte della famiglia Orlandi, rappresentata sempre da suo fratello Pietro, la gratificazione è tanta. “Sento le istituzioni vicine, sono commosso”. La commissione parlamentare, forse, potrà colmare la delusione per l’andamento dell’inchiesta aperta dalla Santa Sede lo scorso gennaio. “Quella fiducia che avevo riposto nel Vaticano – commenta ancora il fratello – sta sfumando: dopo due mesi e mezzo non ci hanno ancora comunicato nulla. Se si apre un’inchiesta vuol dire che si ha la volontà di arrivare alla verità e si dovrebbe quanto meno sentire il nostro avvocato, che da anni chiede un incontro perché abbiamo elementi importanti che potrebbero portarci ala verità. Da parte loro dovrebbe essere l’interesse primario chiamarci e chiederci quali sono questi elementi, invece niente: io in questo momento pongo più fiducia nella commissione parlamentare perché ho visto la volontà di fare le cose perbene e mi auguro che si prosegua così”. 

La volontà politica questa volta c’è. La compattezza nel voto è un elemento importante. Tutta la classe dirigente, infatti, ha commentato positivamente il via della commissione. “Il parlamento contribuirà a ridare verità e giustizia a famiglie che non si sono mai arrese”, annuncia Paolo Trancasini di Fratelli d’Italia. “Troppe anomalie e buchi neri in questi decenni di indagini”, denuncia la pentastellata Stefania Ascari, mentre Carlo Calenda di Azione è fiducioso: “la commissione può dare una svolta a una vicenda che ha mortificato l’Italia”. 

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