Spettacolo Italia

I giornali di destra criticano Paola Egonu per il monologo sulla diversità e sul razzismo a Sanremo

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La presenza di Paola Egonu ieri al Festival di Sanremo non è piaciuta a tutti. Nonostante le critiche positive per una conduzione sciolta e allegra, sulla Egonu sono piovute critiche da molti giornali di destra. A due quotidiani in particolare, ovvero Libero e La Verità, non è andato giù il monologo della pallavolista in cui parlava di sé e del razzismo che ancora c’è in Italia. 

In prima pagina, addirittura, arriva l’attacco contro Paola Egonu. La Verità, il giornale diretto da Maurizio Belpietro, scrive: “A Sanremo con i soldi del canone per dare dei razzisti agli italiani”. Nel pezzo si mostra una teoria alquanto bizzarra: “Il Paese che la fa diventare bandiera della pallavolo nazionale e che le stende la passatoia rossa a Sanremo per umiliarci?”. Anche Libero, il giornale di Vittorio Feltri, propone la stessa critica, facendo passare l’Egonu non per la campionessa che è, ma per una ragazza che deve ringraziare l’Italia per la concessione ottenuta di indossare la maglietta della nazionale. “Noi le diamo la maglia azzurra. Lei ci dà dei razzisti”, titola Libero in prima pagina. 

La Egonu in realtà non ha dato dei razzisti agli italiani, ma ha ribadito che l’Italia – un Paese che adottò leggi razziali ferocissime non più tardi di un secolo fa, ad esempio – continua ad essere anche un Paese razzista. “Amo l’Italia, vesto con orgoglio quella maglia azzurra che per me è la più bella del mondo e ho un profondo senso di responsabilità nei confronti di questo Paese in cui ripongo tutte le mie speranze di domani. Sono quella che spesso ha sbagliato appuntamenti importanti. Nella mia storia di giocatrice, infatti, sono più le finali che ho perso di quelle che ho vinto. Eppure, questo non fa di me una perdente”, ha detto ieri emozionata sul palco di Sanremo. 

Egonu ha ricordato che anche i fallimenti più clamorosi col tempo possono trasformarsi in trionfi. “Non è perdente nemmeno chi arriva nelle ultime posizioni in classifica. Ve lo ricordate? Era il 1983 quando Vasco Rossi arrivò penultimo proprio su questo palco. Un altro non perdente, che ci ha insegnato che dalle sconfitte più dure possono nascere i successi più grandi .Ognuno col suo viaggio, ognuno diverso”. 

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