Giletti: “Purghe e slogan: la Rai è russa?”

Continua a far discutere il modo in cui la televisione, e in particolar modo i talk show, trattano il tema della guerra in Ucraina. Nelle scorse settimane ci sono state molte polemiche sul tema: dall’opportunità di invitare i giornalisti russi al dibattuto tema dei tanti sostenitori italiani di Putin e dei suoi obiettivi di guerra.
A polemizzare contro l’intervento della politica e le critiche che ogni giorno i giornali propongono sulla televisione, questa mattina è stato Massimo Giletti, conduttore dell’irrequieto e variegato talk di La7, “Non è l’Arena”. Giletti, che ha intervistato molte personalità vicine al mondo del Cremlino, ha risposto così alle accuse di complicità dell’irrazionalità. “Io ho invitato Soloviev, che è un fidato di Putin, conduce il più importante talkshow russo e possiede due ville in Italia che gli abbiamo sequestrato. Ognuno risponde alla propria coscienza, a me giornalisticamente interessa il suo punto di vista e mi parrebbe strano e poco democratico privarne il pubblico italiano. Lui parla, ma in studio medio e gestisco io. La cosa che mi pare davvero squinternata è che il Copasir, il comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, me ne potrebbe chiedere conto”.
Giletti, intervistato da La Verità, dunque punta il dito contro la politica che in questi giorni sta tentando di regolamentare le ospitate dei russi in tv, soprattutto nel servizio pubblico. Dopo l’annuncio (forse oramai smentito) della chiusura di “Carta Bianca”, per il troppo eccessivo pluralismo, Giletti se la prende contro le pressioni della politica che, dal suo canto, sono strumentali perché finalizzate ad un’informazione docile preelettorale.
“Difenderò sempre Bianca Berlinguer, a prescindere dalle sue idee. È una donna libera e intelligente, ha la responsabilità di un programma e quindi ha il diritto di godere di ampia autonomia. Certe pressioni sono inaccettabili, incompatibili con la libertà”. Giletti, poi, continua: “Andiamo incontro a una campagna elettorale decisiva e il quadro politico è molto in bilico, si avverte grande tensione sia a sinistra che a destra. Avere un conduttore più gestibile in un talkshow fa comodo a molti”.
Giletti, sul tema, è ferrato: prima delle elezioni del 2018 la sua arena fu chiusa. Assieme a lui venne smontato e chiuso il Ballarò di Massimo Giannini e il programma di Nicola Porro. Coincidenze?