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GarganoDaScoprire: leggende metropolitane, dai fantasmi ai topi a tre gobbe a Manfredonia

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GarganoDaScoprire: leggende metropolitane, dai fantasmi ai topi a tre gobbe a Manfredonia

LEGGENDE METROPOLITANE GARGANICHE: 4 STORIE INSOLITE E SURREALI.

In tempi digitali, quelli attuali per intenderci, parliamo spesso di fake news, ovvero notizie fasulle, bufale, che vengono divulgate per vari motivi, per ingannare, distorcere la realtà o, semplicemente, per scherzo.

In realtà, questo ‘fenomeno’ ha sempre fatto parte del ‘vivere umano’ anche se in passato veniva indicato con altri nomi e si diffondeva attraverso altri mezzi, principalmente il passa parola, enfatizzato dalla superstizione e dal folklore popolare.

Altrove è stato coniato un termine specifico per indicare questo tipo di notizie, soprattutto quando esse avevano a che fare con finalità atte a impressionare e terrorizzare: ‘leggenda metropolitana’ (urban legend).

La storia ci offre addirittura esempi molto antichi di racconti inventati, risalenti al tempo dell’antico Egitto, della Grecia classica e dell’Impero romano, passando per il Medioevo e fino ai nostri giorni. Complotti, storie di mostri e fantasmi, sparizioni e chi più ne ha più ne metta.

In tempi più recenti, come non ricordare ‘La guerra dei mondi’ scatenata da Orson Welles, o la ‘Grande truffa della Luna’ del New York Sun, per arrivare alle storie da brivido de ‘L’Autostoppista fantasma’, gli ‘Alligatori nelle fogne di New York’, i ‘Furti di organi’ e le ‘Vipere piovute dal cielo’.

Va bene. Dove vogliamo andare a parare con questo post? Al fatto che tutto questo è giunto fino al Gargano e qui vi presentiamo le quattro ‘Urban legends’ più famose del nostro Promontorio.

1. L’AUTOSTOPPISTA FANTASMA DI ISCHITELLA.

È una storia, secondo alcuni, abbastanza vecchia, risalente al tempo in cui non esistevano ancore le automobili, ma che ha preso vigore nella seconda metà del secolo scorso. Essa riguarda un tragico evento realmente avvenuto a Ischitella tra gli anni ’40 e ’50, sulla strada carrabile che conduce al paese.

Apprendiamo che la protagonista di questa storia è una giovane donna di circa trent’anni, che faceva ritorno al piccolo borgo garganico a dorso d’asino. Di colpo e senza preavviso l’animale, spaventato e impazzito, ha iniziato a scalciare furiosamente, gettando la donna a terra. Un camion (prima delle automobili, un grosso carro) che stava transitando in quel momento ha investito la sventurata ragazza, causandone la morte per schiacciamento del cranio.

Negli anni successivi, ha iniziato a circolare una strana storia. Essa racconta di incontri terrificanti avvenuti di notte. Tra le diverse varianti presenti in rete leggiamo di un uomo che, mentre si stava dirigendo verso Ischitella a bordo della sua automobile, ha notato qualcosa di strano lungo il ciglio della strada, nel buio notturno: una figura femminile china a terra, intenta a raccogliere qualcosa.

Preoccupato per la sua sicurezza, il guidatore decise di fermarsi per offrire aiuto alla donna, considerando anche l’ora tarda. Con gentilezza chiese alla misteriosa figura cosa stesse cercando e se avesse bisogno di una mano. La risposta che ha ricevuto, però, lo ha fatto rabbrividire. La donna, in dialetto ischitellano, disse: “Non ho bisogno di un passaggio, non vedi che sto raccogliendo le mie cervella?” L’uomo, terrorizzato, tornò in macchina, accelerò e scappò via da quella scena spettrale.

2. LA SALITA IN DISCESA DI VIESTE.

La definizione popolare di ‘salita in discesa’ indica una strana illusione ottica che avviene su alcune strade in pendenza, cioè lungo un tratto inclinato, per la quale l’influenza dell’attrazione gravitazionale sembrerebbe paradossalmente invertirsi: anziché scendere, un oggetto risale su quella che sembra una strada in discesa.

Spesso vengono chiamate ‘strade del diavolo’ o ‘delle streghe’ e così via.

In alcuni casi, l’effetto ottico è talmente efficace che lasciando un’auto in folle sulla ‘strada in discesa’, essa comincia a salire, indietro all’insù. Ebbene, anche sul Gargano ne abbiamo un esempio: lungo la litoranea Vieste – Mattinata, all’incirca al 26º chilometro della SP 53. Provare per credere.

3. IL MOSTRO A FORMA DI TRONCO DELLA FORESTA UMBRA.

Questa notizia l’abbiamo appresa da un archivio di un vecchio ‘newsgroup’ dedicato ai misteri.

Questa ‘leggenda’ vuole che sul Gargano si aggiri una misteriosa creatura. Sarebbe lunga circa 1.5 – 2 m, con un diametro di circa 50 cm. La gente la confonde facilmente con un tronco, ma all’improvviso essa tira fuori quattro zampette e corre via. Un signore di Monte Sant’Angelo raccontava che “suo padre, a circa 10 – 12 anni di età, si era seduto in Foresta Umbra su un tronco e che questo all’improvviso si è messo a camminare su quattro zampette”.

In un altro caso, un operaio della forestale, allontanatosi per fare i bisogni, si è imbattuto nel famoso tronco con le zampette e sia corso via urlando.

Un mostro piuttosto docile, se si limita a cacciare fuori le zampette e correre via, ma di sicuro in grado di terrorizzare chiunque. Per alcuni, l’effetto della polvere di alcuni funghi boschivi potrebbe giocare brutti scherzi. E voi, ne avete mai sentito parlare?

4. LA NAVE MERCANTILE “JOHN P” E I TOPI A TRE GOBBE DI MANFREDONIA.

Questa la storia. Il 20 settembre del ’79, il mercantile “John P”, battente bandiera greca, di proprietà della Società Guarnica Shipping Inc. con sede in Monrovia, non più in grado di viaggiare per vetustà, durante il viaggio da Rijeka a Jeddah (Arabia Saudita) con un carico di 2.500 tonnellate di legname, a causa di una falla apertasi al cielo del doppio fondo fu costretta a riparare nel porto di Manfredonia, perché inclinata da un lato, in una posizione che ne comprometteva la stabilità. Da quel momento per la “John P”, in particolare per i sedici uomini dell’equipaggio, ebbero inizio le disavventure.

La nave, abbandonata a se stessa e dopo un grave incendio, divenne teatro di alcune strane storie: molte persone, incuriosite dal relitto, raccontarono di avere notato che nelle stive della nave albergavano pantegane grosse quanto conigli, addirittura a due o tre gobbe. Altri, invece, asserirono di averle viste notte tempo attraversare le gomene e raggiungere la banchina in cerca di cibo. Addirittura, in pieno giorno, aggredire dei ragazzi.

Per un certo periodo, la storia dei topi a ‘più gobbe’ tenne in apprensione i manfredoniani, terrorizzati dall’idea di avere a che fare con animali portatori di chissà quali terribili malattie.

Le leggende metropolitane, nate o diffuse principalmente nelle città, perpetuano un antico comportamento umano sull’intervento della fantasia riguardo aspetti della realtà che circondano l’individuo, soddisfacendo il bisogno universale di storie che rafforzano l’appartenenza a un certo ambiente.

Eppure, alcune di queste storie, più di altre, lasciano il segno nell’immaginazione collettiva delle comunità. Forse per il disperato quanto atavico bisogno di credere in una realtà alternativa? Può darsi. Noi, continuiamo a raccontare…

Archivio di G. BARRELLA.

Fonti:

– GazzettaH24.it

– ManfredoniaNews.it

– Paolo Toselli, “La famosa invasione delle vipere volanti”, Sonzogno, 1994; seconda edizione aggiornata, Ledizioni, 2018

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