Sport Manfredonia

È notte fonda al Miramare: il Nardò si impone 3 a 1 sul Manfredonia

[esi adrotate group="1" cache="public" ttl="0"]

È notte fonda al Miramare: il Nardò si impone 3 a 1 sul Manfredonia

La sintesi della gara odierna tra Manfredonia e Nardò è racchiusa tutta in uno striscione apparso nel settore occupato dalla tifoseria della Gradinata Est: “Questa maglia non vi appartiene”.

Uno striscione apparso dopo la segnatura della seconda rete da parte di un Nardò, certamente non trascendentale e diverso dai valori tecnici della scorsa stagione ma ben messo in campo ed in grado di imporsi in trasferta (quarta consecutiva), segnando con estrema semplicità tre reti ad un Manfredonia, in caduta libera.

Dati statistici da retrocessione diretta, con quattro punti realizzati in otto gare, quindi, una sola vittoria sofferta contro il Fasano, un pareggio contro l’Angri, sei sconfitte, con tre consecutive nella gestione Panarelli, due goal fatti e 17 subiti tra campionato e coppa Italia.

Un Manfredonia surclassato in casa per l’ennesima volta, con due reti al primo tempo ed una bella seconda frazione, risultato di una prestazione aberrante.

Squadra senza personalità, senza orgoglio, senza idee, senza gamba, errori individuali marchiani, sono le cause di una cocente sconfitta.

Ma questi giocatori che in estate avevano entusiasmato la piazza, facendo pensare ad un campionato dignitoso e senza affanni perché mai sciorinano dall’inizio del campionato prestazioni da dimenticare? Quali le cause di questa debacle?

Si è passati dal modulo 4-3-3 di Mr Cinque al 3-4-3 di Mr Panarelli ma la musica è rimasta la stessa, squadra molle, senza gioco, abulica sotto porta e disastrosa in difesa.

È una questione mentale che si riverbera sulle gambe dei calciatori o ci si è fidati di calciatori che sono un lontano ricordo di quello che sono stati nella passata stagione, quando, grazie ad un gruppo compatto e straordinario, si riuscì ad ottenere una insperata salvezza?

La situazione è drammatica ed obiettivamente si fa a difficoltà ad intravedere la luce nel tunnel nel tunnel nel quale è precipitato il Donia.

Domenica al Miramare sarà di scena, in una gara sulla carta proibitiva, la corazzata Fidelis Andria, reduce da due vittorie consecutive e con il morale alle stelle.

Difficile che possano arrivare rinforzi prima di dicembre e semmai dovessero arrivare, con operazioni in uscita ed entrata, per salvarsi si dovrà fare un girone di ritorno con una media punti da play off.

Alla società, per onestà intellettuale, va riconosciuto innegabilmente di aver pianificato per tempo il campionato in corso, riconfermando ai primi di giugno il Ds Scuotto, riconoscendogli un contratto biennale, oltre che un budget confacente con l’obiettivo dichiarato: alzare l’asticella con un punto in più rispetto alla passata stagione.

Questa stessa società, oggi, vede naufragare il proprio obiettivo con depauperamento del proprio investimento economico ed è chiamata, se si vuole salvare la stagione, ad individuare celermente quali possano essere le cause di questo disastroso inizio di stagione e contestualmente trovare le soluzioni dirompenti che possano evitare una triste retrocessione dopo quella del 2018.

Parliamo del Manfredonia Calcio 1932, tra le società più blasonate del panorama calcistico Pugliese, questo deve essere chiaro a tutti, soprattutto a quelli che scendono, ed è un privilegio probabilmente non recepito, nella mitica “Fossa dei Leoni”, con indosso la maglia biancoceleste.


Antonio Castriotta

[esi adrotate group="1" cache="public" ttl="0"]