Cronaca Italia

Delitto di Erba. “Rosa e Olindo innocenti”, richiesta di revisione del processo

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La richiesta del procuratore generale di Milano, Tarfusser, ha stupito tutti. Al centro di questa revisione del processo c’è la storia dolorosa che provocarono Olindo Romano e Rosa Bazzi, colpevoli – con sentenza definitiva – della Strage di Erba avvenuta l’11 dicembre 2006. In quella drammatica sera vennero uccise tre donne, un bambino e ferito gravemente il marito di una delle due donne, ma ora – complice anche una campagna di stampa di dubbia obiettività – in molti stanno mettendo in discussione la colpevolezza dei due coniugi. 

Così, Tarfusser ha chiesto alla Corte di Appello di Brescia la revisione del processo che ha condannato all’ergastolo Romano e Bazzi. Secondo il pm ci sono tre grandi incongruenze che portarono a quella condanna. La prima: la mancanza della prova del delitto (i delitti vennero commessi con armi da punta e corpi contundenti, ma mai ritrovati). La seconda: nella testimonianza di Frigerio, l’unico superstite, si parlava di un uomo dalla pelle olivastra. La terza: la confessione di colpevolezza di Rosa e Olindo. 

“Moltissimi erano gli elementi che sin dal giudizio di primo grado sarebbero stati idonei, se solo valutati dai giudici, a giudicare inattendibile la prova del riconoscimento, fortemente dubbia la prova della macchia di sangue e indotte, con modalità che definire poco ortodosse è fare esercizio di eufemismo, le confessioni, trattate invece alla stregua di prove regine”, scrive Tarfusser. 

Il punto, dunque, è provare l’innocenza dei due coniugi anche grazie alla tecnologia. “Oggi, a distanza di oltre 17 anni, la scienza è fortunatamente in grado di fornire da sola, ma soprattutto in unione alle numerose criticità in atti e non in atti, comunque mai valutati, quelle certezze scientifiche idonee a far sgretolare i tre pilastri probatori su cui fondano la condanna all’ergastolo di Olindo Romano e Rosa Bazzi”.

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