Crisi politica, Rifondazione rompe il silenzio: «San Giovanni Rotondo nell’incertezza: la città merita di più»

Crisi politica, Rifondazione rompe il silenzio: «San Giovanni Rotondo nell’incertezza: la città merita di più»
«Il Consiglio Comunale è il massimo organo istituzionale rappresentativo
della collettività locale in quanto eletto direttamente dal corpo elettorale,
cui spettano funzioni di indirizzo e di controllo politico-amministrativo dell’ente locale»
La situazione politico-amministrativa di San Giovanni Rotondo è precipitata in una fase di stallo preoccupante: la città attraversa un clima di grave incertezza e di silenzio istituzionale.
Come Circolo “Luigi Pinto” del Partito della Rifondazione Comunista abbiamo creduto con sincerità e desiderio di cambiamento al progetto “La sVolta Giusta”; abbiamo sempre operato nell’interesse esclusivo della comunità, sostenendo la maggioranza e cercando di tutelarne l’azione politica, senza occupare posti in giunta e senza aver mai posto la precondizione di doverne occuparne uno.
Tutto ciò che abbiamo chiesto, con chiarezza e senso di responsabilità, è stato un vero rilancio dell’azione amministrativa, un cambio di passo, un segnale concreto di volontà politica, libero da veti, privo di personalismi e che mettesse da parte le consuete logiche di potere.
Abbiamo da sempre improntato il confronto su basi sincere e costruttive tra tutte le forze della coalizione, su un dialogo propositivo che ricucisse le distanze fra la giunta e i consiglieri comunali e che affrontasse in modo concreto i problemi della nostra Città. Quel segnale, da noi sempre invocato, purtroppo, non è mai arrivato.
Ci saremmo aspettati che l’approvazione del Bilancio di Previsione, avvenuta oltre un mese fa e votata da tutte le forze di maggioranza – inclusa la nostra – come atto di fiducia nei confronti del Sindaco e del futuro dell’amministrazione, segnasse l’inizio di una nuova fase di rinnovata coesione, invece ha soltanto confermato la situazione di immobilismo e inerzia in cui versa l’amministrazione.
Da allora, oltre all’assenza di qualsivoglia evoluzione positiva, il Consiglio Comunale di ieri ha visto il Sindaco scegliere di abbandonare l’aula insieme ai membri della Giunta e parte dei consiglieri di maggioranza, senza fornire spiegazioni chiare e convincenti alla città.
Solo successivamente, attraverso alcuni articoli riportati da diverse testate giornalistiche, si è appreso che questa decisione è stata legata a un episodio di violenza accaduto durante una riunione di maggioranza. Ci preme ribadire con fermezza che condanniamo ogni atto di violenza, senza alcuna giustificazione, e ci associamo alla solidarietà espressa al consigliere aggredito.
La crisi politica, però, che l’amministrazione sta attraversando, ha radici ben più profonde: fratture che non possono essere ridotte al singolo episodio ma alle mancanze nell’assumersi la responsabilità da parte di chi guida l’amministrazione.
Sempre più insistentemente ci raggiungono voci di un allargamento della maggioranza alle forze politiche dell’opposizione di centro-destra: una prospettiva drammatica e patetica, da giustificare con il solito “per il bene della città” ma che invece, oltre a proiettarci al tragico opposto, certifica, come già accaduto in passato, che a Palazzo San Francesco pur di restare attaccati alla poltrona si inventano le alleanze più disparate, inciuci che vanno in completa opposizione al risultato delle urne, alimentando la sfiducia nelle istituzioni.
Oggi ci troviamo davanti a una scelta chiara: accettare l’immobilismo, l’assenza di dialogo, il vuoto politico, oppure ribadire con forza che questa Città merita di più. La città non può rimanere bloccata in questo limbo senza risposte.
Il Sindaco che sceglie di non affrontare il Consiglio Comunale convocato per discutere proprio della crisi politica in atto, senza confrontarsi preventivamente con i consiglieri di maggioranza e senza dare spiegazioni chiare nel luogo per eccellenza per parlare alla città, non solo sta disertando un’Aula: sta voltando le spalle alla Città, agli elettori, ai cittadini, a chi chiede risposte.
Abbiamo cercato in tutti i modi di salvare questo progetto. Lo abbiamo fatto per la Città, per il bene collettivo, per l’impegno che abbiamo preso con i nostri concittadini, con le promesse a cui siamo legati non certo per interesse ma perché sinceramente convinti di poter cambiare volto alla nostra San Giovanni Rotondo.
È una scena dolorosa, che non avremmo mai voluto vivere. Ma la politica non è una questione personale, né un trono da occupare. È servizio. È impegno. È visione. E quando queste cose vengono meno, il progetto fallisce. E oggi, quel progetto pare ormai fallito.
Ci auguriamo che questa amministrazione non si assuma la responsabilità politica di produrre accordi macedonia, dal fallimento già preannunciato, così tanto criticati durante la campagna elettorale.
Se la scelta politica dovesse orientarsi a creare un governo cittadino che escluda le forze politiche con le quali sono state vinte le elezioni, solo 9 mesi fa, allargando il quadro alle forze politiche di opposizione, ci riterremo fuori da qualsiasi governo di sopravvivenza.
Circolo “L. Pinto” — Partito della
Rifondazione Comunista