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“Con il fondo americano Klopp sulla panchina dell’Inter”

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Il quotidiano La Stampa il successore di Simone Inzaghi sulla panchina dell’Inter potrebbe essere il tedesco Jurgen Klopp.

Sempre secondo il giornale torinese, la condizione necessaria affinchè il tedesco possa sedersi sulla panchina nerazzurra è quella dell’entrata nel club del fondo americano. La nuova liquidità potrebbe far fronte all’ingaggio di Klopp e promettere calciatori di livello da consegnare al nuovo tecnico. Per ora è solo una suggestione ma qualcosa si starebbe muovendo. Piano B sono i nomi di De Zerbi e Thiago Motta, quest’ultimo finito anche nelle mire del PSG.

ARRIVANO NOMI GROSSI?

Thuram in attacco dovrebbe sostituire il fin qui deludente Lukaku. Marotta avrebbe messo già sul tavolo del suo entourage un’offerta da 5 milioni di euro per provare a convincerlo a scegliere la meta nerazzurra.

ZHANG STA PER VENDERE L’INTER?

Zhang sta per vendere l’Inter, pronto un fondo americano. Il presidente dell’Inter avrebbe voluto vendere il club a 1,2 miliardi – come il Milan – ma molto probabilmente dovrà accontentarsi di una cifra più bassa.

QUALI SONO I FONDI INTERESSATI?

Ma i fondi interessati all’Inter non sarebbero solo americani, ma ci sarebbe anche il fondo arabo PIF.

Secondo il quotidiano IlSole24Ore, anche al netto delle voci ricorrenti sul fondo PIF (sull’onda di una strategia di sportwashing), sarebbe più accreditata la pista a stelle e strisce, con gli advisor di Goldman Sachs e Rain al lavoro.

Zhang dal canto proprio non intende accettare offerte inferiori a 1,2 miliardi di euro. Ma dovrebbe accontentarsi.

IL FONDO PIF

Il PIF ha raggiunto un patrimonio netto gestito di 360 miliardi di dollari ed è sostanzialmente il motore finanziario per la realizzazione della strategia di sviluppo Saudi Vision 2030, dopo la completa ristrutturazione della sua governance avvenuta nel 2015. Di recente, il PIF ha rivisto le posizioni di investimento negli Stati Uniti, aumentando le proprie quote in Automatic Data Processing Inc., Live Nation e Suncor Energy, mentre ha proceduto a liquidare gli investimenti in varie blue chips americane (Boeing, BP, Starbucks, Facebook, Marriott International Inc., Qualcomm, Broadcom, Pfizer, The Walt Disney Co., IBM, Citigroup, Total e Bank of America).

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