Castriotta: “Per quell’aria che si chiamava Natale”

Castriotta: “Per quell’aria che si chiamava Natale”

Come era bella Manfredonia  la mattina, su la linea della vita… vista dal luogo dove c’era il vecchio e amato “Trabucco del Cuore ” – eterno che non morirà ma in me , figlio di pescatore ,di paese che amava la sua terra e la dua sua gente.Che bel ricordo, ho di quei giorni di dicembre…in me ; in noi cresceva l’ attesa del Santo Natale – io ed alcuni amici si andava a sentire il profumo del mare, dove l’aria iniziava a dare l’odore delle prime pettole, ‘ ossia pizze gialle morbide deliziose manfredoniane. Accidenti che commozione, si provava …ero piccolo e guardavo quel mare turbolento, quasi invernale.

Attorniato da centinaia di gabbiani che mi sfioravano la testa…mentre il suono delle sirene delle barche, che rientravano nel Porto pieni di pesce.La vita era pura , più leggera , chi li dimentica quelle anguille nelle vasche dei pescivendoli all’ingrosso, il Molo di Ponente sembrava un presepe – e io ricordo , mi commuovevo di lacrime e gioia, per quell’aria che si chiamava Natale – tra le persone che passavano tra il bene e il male… 

di Claudio Castriotta

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