“Cari genitori di Gaetano, Michele e Samuel: sentite il pianto di Gesù. Sentitelo al vostrofianco; sentitelo nel vostro cuore”
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“Cari genitori di Gaetano, Michele e Samuel: sentite il pianto di Gesù. Sentitelo al vostrofianco; sentitelo nel vostro cuore”
La scena del Vangelo si svolge di fronte alla tomba del giovane Lazzaro. Egli e le sue
sorelle, Marta e Maria, erano cari amici di Gesù. Il Signore li considerava come dei fratelli minori.
Appena aveva saputo della malattia di Lazzaro, Gesù si era subito messo in cammino ma era
arrivato tardi, l’amico già era morto da quattro giorni. Annota l’evangelista che lì si erano radunati
in molti. Erano venuti anche dalla città vicine.
Proprio come oggi.
Siamo riuniti in questo che dovrebbe essere un luogo di divertimento, di sport. Lo abbiamo
trasformato per questo pomeriggio nella cattedrale della nostra città. Qui oggi è riunita Foggia.
Ci sono la squadra, la società, i tanti tifosi, la sindaca e le autorità provinciali. Ci sono i sacerdoti,
gli abitanti della città e tanti tanti giovani che saluto e idealmente stringo in un grande abbraccio!
Siamo in tanti, venuti anche da tifoserie di altre città, per raccoglierci attorno a queste tre
bare; per stringerci attorno a tre famiglie che hanno perso i loro figli.
Come per Marta e Maria, sorelle di Lazzaro morto, anche dal nostro cuore sale prepotente
un’invocazione: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!” Quanta
disperazione in queste parole. È l’invocazione di un dolore grande. È la solitudine degli uomini
di fronte alla morte, la sensazione dell’assenza di Dio al nostro fianco. Siamo alla ricerca di una
parola buona, di vicinanza; ma è solo Lui che ci può consolare.
La morte di Gaetano, Michele e Samuel sbatte in faccia a tutti noi un’amara realtà, come
uno duro schiaffo sul volto di chi è più giovane. La morte esiste, è reale! Fa parte della vita; ne è
la fine e il compimento. La morte è una verità che fuggiamo, anestetizziamo, non vogliamo
ammettere ma è lì e aspetta dietro l’angolo tutti noi.
Pensiamo: “Non è giusto!”. Non è giusta la morte di un giovane: di tre giovani. Non è
giusto morire in questo modo.
Anche nel nostro cuore sale la tristezza e si fa strada la deprecazione: “Signore, se tu fossi
stato qui, mio fratello non sarebbe morto!”
Ma Gesù è qui: non lo vedete? È qui nella nostra fede lacerata dal dolore. Gesù è qui
nell’Eucaristia che stiamo celebrando. È qui in una città che si unisce nel dolore. Una città che
non è fuggita indifferente, ma si è riunita come una famiglia, una comunità. Sì, il Signore Gesù è
qui e come per Lazzaro, piange per Gaetano, Michele e Samuel.
Da quel pianto di Dio di fronte alle bare di tre giovani, di fronte all’ingiustizia della morte,
fiorisce la speranza della resurrezione.
Il pianto di Gesù è la cosa più consolante che possa esistere. A Lui noi stiamo a cuore, ci
ama, ci salva. Dicono i presenti “Vedi come lo amava!”. Gesù è il nostro amico, ci ama e lo
sentiamo negli amici che ci stanno oggi vicino e piangono con noi.
Cari genitori di Gaetano, Michele e Samuel: sentite il pianto di Gesù. Sentitelo al vostro
fianco; sentitelo nel vostro cuore.
Non siamo abbandonati alla morte, dimenticati da Dio. Dalle lacrime del lutto scaturisce
una buona notizia: è il Vangelo di Gesù Cristo: “Lazzaro vieni fuori!”
Di fronte al pianto disperato della sorella del morto, Gesù dice: “Non ti ho detto che, se
credi, vedrai la gloria di Dio?”
Noi crediamo, Signore! Crediamo che sei qui al nostro fianco, che ci ami e che piangi con
noi. Crediamo nella resurrezione che vince la morte e ci apre le porte della pace eterna. Crediamo
che Gaetano, Michele e Samuel oggi vivono. Possono sentire la nostra preghiera dal luogo di
pace dove l’amore di Dio li ha condotti.
Cara Foggia, grazie per essere qui! Grazie per esserti fermata in questi giorni ed esserti
unita al dolore di queste tre famiglie. Grazie giovani per il vostro coraggio di guardare in faccia
la morte. Essa può essere vinta da un popolo che celebra la resurrezione del Signore Gesù. Egli è
il Signore della vita, è qui con noi, non ci lascerà mai soli. Egli ha vinto la morte con la
resurrezione. Lui alla fine della nostra vita ci accoglierà nel suo regno eterno di pace. Amen
- Giorgio Ferretti
Arcivescovo di Foggia-Bovino