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Alla ricerca della sipontinità perduta: La cassa d’argento della Madonna di Siponto

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Alla ricerca della sipontinità perduta: La cassa d’argento della Madonna di Siponto

Abbiamo avuto modo di scrivere venti anni fa, con mio padre Pasquale (prima ancora che beceri fogliettisti ci copiassero in maniera ignobile), che la Festa Patronale per Maria SS. di Siponto, nella configurazione che oggi si manifesta, risale ai primi anni del sec. XIX (cfr. P. e G. OGNISSANTI, La Festa patronale di Maria SS. di Siponto, I Quaderni de “Il Corriere del Golfo,” n. 8, Manfredonia, Grafiche Falcone, 2001).

Ma le manifestazioni devozionali e cultuali sono antichissime.

Esse si manifestarono in vario modo coinvolgendo sempre più esponenti della comunità sipontina che esprimevano la loro “fede” in forme diverse.

A questa devozione e a questa cultualità, pertanto, sono legate molteplici emotività popolari, non ultime le varie forme di ex voto.

Esse si articolavano, ad esempio, nella consuetudine dello sparo a salve dei cannoni, posti sul Torrione del Fico (o meglio del Faro), o nella fusione della cornice d’argento che incastonava l’icona, o anche nelle “regalìe” od offerte effettuate dai massari di campo sipontini, consistenti prima nel dono di mucche e poi nelle carra (circa 20 quintali) di grano alla Deputazione per le festività.

E qui ci intratteniamo proprio su un episodio tratto dalle “Memorie Storiche” di Matteo Spinelli e dal “Liber Conclusionum” e che pongono in risalto l’emotività religiosa del nostro popolo (copiatori, noi citiamo le fonti). L’episodio risale al 1745, ma con riflessi anche posteriori; esso riguarda la manifattura, in argento, della “cassa” per l’icona della Madonna di Siponto.

“Colla Cooperazione, e zelo dell’Arcivescovo Rivera in quest’anno medesimo (1745), da’ Massari Sipontini a proprie loro spese fu fatta lavorare in Napoli la cassa d’argento, ed una Lampana ben grande anche d’argento all’Immagine miracolosa di nostra principal Padrona Maria SS.a di Siponto, la qual Cassa è anche a’ nostri tempi esistente, e mantiensi ben conservata dall’istessa divozione de’Massari presso di uno di loro stessi, a anche a fine di non dar motivo di far rappresaglie a qualche successore Arcivescovo di poca divozione, e portato all’avarizia”.

L’Università sipontina nominava con zelo i componenti della Regia Deputazione per le feste patronali che comprendeva anche quella di San Lorenzo (1792), formata da elementi appartenenti a vari ceti cittadini: rappresentanti dell’amministrazione (n. 2), degli “artisti” (artigiani) (n. 6), dei marinari e “paranzieri” (n. 2), dei commercianti di vino (n. 1), dei massarotti (n. 2), oltre a un cassiere, per un totale di 14 unità. Sulla scorta di questa Deputazione, nell’anno 1837, dopo alcuni anni da queste conclusioni, inizierebbero le Festività e le celebrazioni in onore di Maria SS. di Siponto, nelle modalità che ancor oggi si effettuano… ma questa è un’altra storia sulla quale più avanti ci soffermeremo.

Attendiamo Lumi… dott. prof. Giovanni Ognissanti – Archivio Storico Sipontino.

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