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Abel Ferrara porta a Venezia la Capitanata e Monte Sant’Angelo con il suo film su Padre Pio

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Venezia, in occasione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica che si svolgerà dal 31 agosto al 10 settembre, sarà in gara alla diciannovesima edizione delle Giornate degli Autori, la sezione indipendente e autonoma della Biennale, un film molto legato al territorio della Capitanata. Si tratta di “Padre Pio”, il nuovo film del grande regista Abel Ferrara dedicato al santo con le stimmate, interpretato da Shia Labeouf e girato nei mesi scorsi negli scorci suggestivi di Monte Sant’Angelo.

Ferrara, uno dei più grandi registi del nostro tempo, racconterà la vicenda umana e storica del Santo nato a Pietrelcina e vissuto a San Giovanni Rotondo. La direttrice artistica della sezione, Gaia Furrer, ha dichiarato: “Può sembrare un po’ folle mettere Ferrara in concorso con molti autori esordienti ed emergenti, ma questo è un film un po’ punk e noi siamo un po’ punk. È sia il ritratto dei tormenti di Padre Pio e sia il racconto di una vicenda storia: il massacro avvenuto a San Giovanni Rotondo nel 1920”. 

Prodotto da Italia, Germania e Gran Bretagna, e interpretato da Labeouf, Cristina Chiriac, Marco Leonardi, Stella Mastrantonio, Martina Gatti, Asia Argento, Luca Lionello e Brando Pacitto, il film è ambientato alla fine della Prima guerra mondiale, quando i giovani soldati italiani tornarono a San Giovanni Rotondo, terra povera, sulla quale la Chiesa e i ricchi proprietari terrieri esercitavano un dominio totale. In questo scenario di povertà, violenza e distruzione arriva Padre Pio per iniziare il suo ministero. La vita del Santo, che Ferrara considera mistica e febbrile, si unirà al racconto dell’eccidio del 14 ottobre del 1920, quando in Piazza Municipio vennero uccise 14 persone e più di 60 rimasero ferite. 

“Il progetto è iniziato cinque anni fa – racconta al quotidiano l’Avvenire il regista – quando ho visitato l’Abbazia di Santa Maria di Pulsano, a Monte Sant’Angelo. Ho percepito subito l’atmosfera particolare e l’interesse per il progetto, la bellezza dei luoghi. L’intenzione era quindi quella di realizzare un film mistico, ma anche reale. Ho cercato di capire il cuore, il vero spirito di Padre Pio, chi era realmente, e la sua storia”. 

Il film è stato girato tra il Monastero di San Marco La Catola, l’Abbazia di Pulsano e il centro storico di Monte Sant’Angelo, fra le bianche case a schiera, la chiesa di Santa Maria Maggiore, le vie adiacenti al Santuario di San Michele Arcangelo e la cosiddetta scala santa che un tempo i pellegrini risalivano con le ginocchia in segno di penitenza. 

Il regista si è innamorato di questo territorio e della figura mistica di San Pio, ora raccontato in questo nuovo film in uscita prossimamente. “Ho scoperto Padre Pio grazie a mio nonno, nato in un comune vicino a Pietrelcina nello stesso anno del Santo. Quando ho appreso che la sua vicenda era correlata con la rivolta socialista di San Giovanni Rotondo, l’inizio di una nuova era, ho sentito che c’erano tutti gli elementi per raccontare una storia forte. Nel film non c’è solo la storia spirituale di Padre Pio, ma anche quella della sua relazione con le persone reali. Le lettere di Padre Pio sono state una vera rivelazione, sembrano quelle di un grande scrittore come Pasolini”.

Il sindaco di Monte, Pierpaolo d’Arienzo, in una conferenza stampa con il regista subito dopo le riprese, aveva sottolineato l’importanza di questo grande film per la comunità di Monte. “Monte Sant’Angelo è una città in cui si respira una storia millenaria la cui monumentale bellezza la rende un set cinematografico naturale di grande impatto. Cinema e promozione turistica rappresentano, infatti, un binomio su cui puntiamo molto poiché in linea e in target con il nostro lavoro di promozione dedicato al brand la Città dei due Siti UNESCO. Grazie ad Apulia Film Commission e alla Regione Puglia che stanno continuando ad investire su questo settore offrendo grandissima visibilità ai territori e alla loro bellezza”

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