A Bologna si parla della mafia di Foggia. Foschini: “Prima era considerata una mafia più immaginata che realizzata”

A Bologna, in occasione dell’edizione 2022 del festival Repubblica delle Idee, organizzato dal quotidiano La Repubblica diretto da Maurizio Molinari, si è parlato anche della quarta mafia, la criminalità organizzata della Provincia di Foggia. Ad accendere un focus sulla criminalità della Capitanata è stato Giuliano Foschini, inviato speciale del quotidiano.  Foschini, che sulle pagine di Repubblica ha raccontato l’ascesa di questa mafia potentissima e ha scritto con Carlo Bonini “Ti mangio il cuore”, un libro sulla storia della mafia foggiana e del Gargano che presto diventerà un film per la regia di Pippo Mezzapesa con la partecipazione di Elodie, ha voluto citare il caso Foggia in un panel dedicato a Bologna e Palermo e alla verità sulle stragi. 

Spiegando le armi del giornalismo per raccontare la verità e l’arroganza del potere criminale, Foschini ha parlato dell’impegno dei familiari delle vittime. Familiari che si addossano la responsabilità di una ricerca della verità che, invece, dovrebbe appartenere e interessare ogni cittadino italiano. 

Proprio in questo ambito, Foschini ha parlato della quarta mafia. “Non bisogna pensare che è un fatto privato, ma è una cosa pubblica”, ha dichiarato il giornalista. “Esiste una mafia, la mafia foggiana, che in questi anni ha costruito la sua forza sul silenzio, sulla mancanza della parola. Hanno, volta per volta, ingrossato i propri affari grazie al fatto che non ne parlava nessuno. Poi ad agosto del 2017 sono stati ammazzati in una strage di mafia, Aurelio e Luigi Luciani. Le mogli di questi due uomini, Arcangela e Mariangela Luciani, con la forza della parola sono riuscite a fare quello che in trent’anni non ha fatto lo Stato”. 

Lirio Abbate, direttore de L’Espresso, ha precisato: “Prima di questo fatto del 2017 tutti i processi e le inchieste in cui gli investigatori e le vittime vedevano e percepivano quei fatti come fatti mafiosi, commessi con metodi mafiosi da associazioni mafiose, i giudici hanno detto che non erano cose di mafia, che erano dei contadini, che operavano in associazioni per delinquere. Ricalcano molto gli anni ’60 dei corleonesi: ma loro che scendevano a Palermo e ammazzavano erano mafiosi e i mafiosi della provincia di Foggia non lo sono?”. 

Foschini, ricordando che la quarta mafia è stata spesso definita nelle sentenze una mafia “più immaginata che realizzata”, ha concluso. “Il dolore di Arcangela e Mariangela è un dolore privato o pubblico? In quella provincia la mafia sta negando a molti di fare cose, di vivere, di lavorare onestamente. I familiari delle vittime non esistono, ma esistono i cittadini che hanno un ulteriore dolore, ma rimangono cittadini, vogliosi di scoprire la verità”. 

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