A 90 anni dalla prima Terza Serie. I sipontini con l’avvio del torneo 2024/25 di Serie D, festeggeranno i novanta anni dal primo campionato professionistico
L’idea di raccontare la storia del torneo 1934/35 mi è nata sotto la doccia, nel tentativo di domare l’impellenza dall’auto costrizione all’ agonismo professionale. Avevo letto la storia di Cannabal, un fantomatico calciatore uruguaiano, che divenne allenatore del Sora 1934/35, e dato che per uno umile scriba sportivo come il sottoscritto, scrivere d’invenzione è un lusso, mi sono attenuto alla cruenta cronaca.
Era il 7 ottobre 1934, ed il Manfredonia giocava contro l’Alma Juventus Fano, nella Terza Serie nazionale, diventata l’anno successivo Serie C. Il ricordo di tale ricorrenza non farà cambiare di molto la tenzone sul debutto della nostra beneamata, alla quale possiamo solo augurare un gran bene a Lei e ai Suoi Sodali, in vista dell’imminente esordio in quarta serie.
Noi ci accontenteremo di vegliare il risultato al sorso del misterioso Agnalicone Rosso cilentano, affiancato dalle Friselle burrate e alici con aria di sedano. Il calcio mi esce dagli occhi e dalle nari. Sono alla nausea più ributtante, ed avendo coscienza di non essere nato dalla cotanta speme dei sapientones nostrani, mi permetto di far ricordare che ai tempi della vecchia Eupalla, era 1934/35 d.c., la 1ª Serie Interregionale era un girone di ferro, tosto, di quelli fatti per le grandi squadre.
I sipontini non lesinarono i denari di Bissanti nell’allestire la squadra, ma erano lacerati da contrasti interni, soprattutto di tipo politico all’interno del Partito Nazionale Fascista vero azionista del sodalizio, che aveva sede in Corso Roma, nell’odierno Palazzo Frattarolo, al civico 103.
Il PNF era capeggiato dal dott. Zefferino D’Onofrio, della corrente dei reduci di guerra; mentre l’altra parte faceva capo al marmista Silvis, capo della corrente dei mutilati.
Il Direttore Sportivo, Geom. Ciro Nasuto, con il dott. Michele Bissanti (titolare con la famiglia dell’omonima banca e della riscossione dei tributi), avevano come punto di riferimento il D’Onofrio, mentre il prof. Michele Cainazzo, che nella stagione precedente era stato Commissario Straordinario, sostituendo il Bissanti, e faceva capo all’ala meno spendacciona del partito e quindi della squadra.
La compagine aveva sede in Corso Manfredi 153, al piano terra, presso il circolo dei Galantuomini. Il Nasuto pur di avere una forte compagine non badò a spese ed assunse come trainer l’ungherese-triestino Ferenc Plemich, nato a Budapest, il 19 novembre 1899 e deceduto a Trieste, il 5 febbraio 1989. Plemich aveva giocato in Prima Divisione con Triestina, Ideale Bari (in cui fu contemporaneamente allenatore e giocatore), Lecce e Trani.
Negli anni di Lecce assunse il ruolo di giocatore-allenatore. Nella stagione 1928/29 conquistò la promozione in Serie B, dopo uno spareggio col Taranto e ricevette la qualifica di allenatore (fu tra i primi trenta in Italia a ricevere tale qualifica). Dopo un’esperienza al Trani dove assolse alle funzioni di giocatore e allenatore, nella stagione successiva si trasferì a Sassari, dove venne chiamato per allenare la Torres in Prima Divisione, sfiorando la promozione in Serie B.
Ferenc Plemich a Manfredonia non ebbe fortuna, la squadra non era male, ma ebbe la sventura di scontrarsi con compagini ben attrezzate e amalgamate, pronte al salto di categoria come il Taranto di Gai, Sellan, Spanghero e Svangeli o l’Anconitana-Bianchi di Bodoira, Bedosti, Bonoldi e Baldinotti.
I sipontini avevano Pacher, Biagioni, Marescotti, Lo Conte, Zulli, Botti, gente di categoria che l’allenatore conosceva bene, ma che non riuscirono a dare il loro contributo per la salvezza dei biancoazzurri.
I bene informati di allora, con i quali circa 30 anni fa abbiamo avuto il piacere di parlare, ci dissero che la crisi tecnica dei sipontini era dovuta alla mancata serenità del loro allenatore. Infatti pare che Plemich avesse una moglie molto graziosa e che fu la prima a praticare a Manfredonia il gioco del Tennis, attirando l’attenzione dei maggiorenti dell’epoca. Pertanto Plemich fu costretto ad andare via per “salvare” la famiglia. Al suo posto venne ingaggiato un altro allenatore importante austriaco, Engelbert König (Schwechat, 18 ottobre 1884, Roma, 10 settembre 1951), che venne esonerato dal Bari, al quale non riuscì il miracolo di salvare i Delfini del golfo. Di questo torneo abbiamo preparato un volumetto che verrà distribuito gratuitamente a Natale, per celebrare il novantesimo… così evitiamo il penoso rito di chiederlo senza pagare. Nel frattempo mi godo dei film con gli indiani, e non di partite di pedatori senza voglia, ma forse sono troppo severo con me stesso.
Prof. Giovanni Ognissanti – Archivio Storico Sipontino.
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Foto 1, il capitano sipontino Matteo Zulli, il quale nella sua permanenza a Manfredonia si sposò presso il ristorante di Ciummariello, organizzando dei festeggiamenti sontuosi. La moglie era la sorella di due calciatori sipontini quali Raffaele e Damiano Gelsomino.