Cronaca Italia

Emanuela Orlandi: la ragazza fu drogata e rapita?

Pietro, fratello di Emanuela Orlandi, ha ricostruito gli ultimi istanti prima della misteriosa scomparsa della 15enne.

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In questo articolo daremo gli ultimi aggiornamenti sul caso di Emanuela Orlandi, la 15enne cittadina vaticana, misteriosamente scomparsa da Roma il 22 giugno 1983 e mai più ritrovata. Pietro, fratello della ragazza, è stato ospite ultimamente del programma Linea di confine, in onda su Rai 2. L’uomo, ex impiegato dello IOR, ha detto: “Sono ancora arrabbiato verso quella che considero ancora parte della mia famiglia, il Vaticano”. La sparizione di Emanuela fu un vero dramma per lui e i suoi cari: per loro il tempo si è fermato a quel giorno di giugno di oramai 42 anni fa. Una storia tragica, poiché dopo la sparizione della giovane Emanuela, nessuno ha mai saputo dire cone sattezza cosa le sia accaduto. Nessuna traccia, nessun indizio concreto. Solo depistaggi e “voci di corridoio” che hanno reso il caso sempre più intricato. Un ginepraio di dubbi e bugie costruito sulla sparizione di una ragazzina innocente. Nonostante il tempo trascorso, Pietro Orlandi continua a battersi per cercare la verità. In compagnia del giornalista Antonino Monteleone, il fratello di Emanuela ha ripercorso quelle che potrebbero essere state le ultime tappe della sorella prima di sparire nel nulla.

Il racconto di Pietro Orlandi

Pietro Orlandi è tornato a parlare della scomparsa della sorella Emanuela, ripercorrendo con dolore e determinazione gli ultimi momenti noti prima che la ragazza sparisse nel nulla, quel fatidico pomeriggio di giugno 1983. Una ricostruzione che riaccende i riflettori su uno dei misteri più oscuri della storia italiana, ancora oggi senza risposte. Emanuela, cittadina vaticana di appena 15 anni, quel giorno si trovava come di consueto alla scuola di musica “Tommaso Ludovico da Victoria”, a pochi passi dalla basilica di Sant’Apollinare, nel cuore di Roma. Un luogo che avrebbe dovuto essere familiare e sicuro, e che invece è diventato l’ultimo scenario conosciuto della sua presenza. Secondo il racconto di Pietro, Emanuela venne avvicinata da un uomo elegante, a bordo di una BMW. L’uomo le propose di lavorare come hostess durante una sfilata di moda, offrendole un compenso per distribuire dei volantini. La proposta incuriosì Emanuela al punto da spingerla a chiamare casa: al telefono parlò con la sorella Federica, raccontandole della strana offerta e dicendo che avrebbe incontrato l’uomo all’uscita. Ma da quel momento in poi, il buio. Di Emanuela non si seppe più nulla. Una promessa di lavoro, un volto sconosciuto, un appuntamento mai confermato: sono solo alcuni dei tasselli di un puzzle ancora incompleto, intriso di silenzi, omissioni e domande senza risposta. Pietro ha spiegato: “Quel pomeriggio Emanuela scende, ma non vede quella persona. La aspetta qualche minuto e, prima di andare da sua sorella Cristina, con cui aveva appuntamento al Palazzaccio, va alla fermata del bus davanti al Senato. Non doveva prendere l’autobus, ma decise di tornare lì dove lo aveva incontrato, nella speranza di ritrovarlo”. Durante la sua dettagliata ricostruzione, Pietro Orlandi ha avanzato un’ipotesi inquietante: dopo il primo approccio, l’uomo avrebbe potuto attirare Emanuela all’interno della basilica di Sant’Apollinare con una scusa banale ma efficace. Forse le disse che i volantini da distribuire erano stati lasciati all’interno della chiesa. Emanuela, cresciuta con una fiducia profonda negli ambienti religiosi e in un contesto dove il Vaticano rappresentava un riferimento solido e rassicurante, non avrebbe avuto motivo di dubitare. Così, senza esitare, avrebbe varcato la soglia della basilica. Un gesto semplice, quasi innocente, che potrebbe aver segnato l’inizio del mistero. Da quel momento in poi, ogni traccia di lei svanisce. Pietro ha sottolineato come la naturale fiducia della sorella verso figure ecclesiastiche e luoghi sacri possa essere stata usata contro di lei. Un tradimento verso la ragazzina, ma anche una violazione del senso di protezione che quel mondo avrebbe dovuto garantirle. E lo stesso Orlandi ha offerto una sua tesi di come sarebbero andati i fatti: “Se la mia ipotesi è giusta. è stata fatta rientrare a Sant’Apollinare, dove non è difficile narcotizzarla, farla uscire sul retro, caricarla in auto e portarla via”.

Emanuela Orlandi: depistaggi, piste oscure e verità nascoste

La scomparsa di Emanuela Orlandi il 22 giugno 1983 ha dato origine a una serie di teorie e depistaggi che, nel corso di oltre quarant’anni, hanno intrecciato criminalità organizzata, istituzioni religiose e servizi segreti.​ Una delle piste più discusse coinvolge la Banda della Magliana. Nel 2005, una telefonata anonima al programma Chi l’ha visto? suggerì di indagare sulla sepoltura di Enrico De Pedis, detto “Renatino”, nella Basilica di Sant’Apollinare, vicino al luogo della scomparsa di Emanuela. La presenza del boss mafioso in un luogo sacro sollevò sospetti su possibili legami tra la banda e ambienti ecclesiastici. Nel 2006, Sabrina Minardi, presunta amante di De Pedis, dichiarò che Emanuela fu tenuta prigioniera in un appartamento a Torvaianica e successivamente consegnata a un uomo vestito da sacerdote presso una stazione di servizio vaticana. Minardi coinvolse anche monsignor Paul Marcinkus, allora presidente dello IOR, sostenendo che il rapimento fosse parte di un complesso gioco di potere. Tuttavia, le sue testimonianze sono state spesso contraddittorie e messe in dubbio dagli inquirenti. Un’altra figura controversa è Marco Fassoni Accetti, fotografo che nel 2013 si autoaccusò del rapimento di Emanuela e Mirella Gregori, sostenendo che le ragazze furono coinvolte in un piano di ricatto tra fazioni interne al Vaticano. Accetti affermò di essere la voce dietro le telefonate anonime ricevute dalle famiglie delle ragazze. Nonostante una perizia fonica del 2024 abbia rilevato una somiglianza dell’86% tra la sua voce e quella di uno dei telefonisti, i giudici non hanno considerato le sue affermazioni credibili. Alcune teorie suggeriscono che Emanuela sia stata vittima di abusi sessuali all’interno del Vaticano. Nel 2012, l’esorcista padre Gabriele Amorth dichiarò che la ragazza fu coinvolta in festini organizzati da membri della gendarmeria vaticana e successivamente uccisa per coprire lo scandalo. Queste affermazioni sono state riprese nel documentario Netflix Vatican Girl del 2022, che ha portato nuova attenzione sul caso. Nel 2023, la Procura di Roma, il Vaticano e una Commissione parlamentare bicamerale hanno riaperto le indagini, cercando di fare luce sul caso una volta per tutte.

Marco Fassoni Accetti, fotografo e regista romano: si autoaccusò del rapimento di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori

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