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Il sindaco di Manfredonia La Marca ricorda la giornata in memoria delle vittime del Coronavirus

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Il sindaco di Manfredonia La Marca ricorda la giornata in memoria delle vittime del Coronavirus

Cinque anni, scorrevano le immagini del passaggio dei camion militari che, a Bergamo, trasportavano le bare dei morti di Covid.

Era il 18 marzo 2020 ed io, di fronte a quelle morti, ho iniziato ad avere paura per i miei figli, i miei genitori, per i miei parenti, amici, colleghi. Tutti noi ci siamo improvvisamente scoperti fragili e impotenti davanti ad un evento ina-spettato che ha rotto gli equilibri ed entrato nella quotidianità, sconvolgendo e cambiando il destino.

In quei momenti, anche nella nostra città, dopo la fase dello spaesamento, ci si è organizzati e attivati. Un ringraziamento agli operatori sanitari in trincea, agli operatori socio- sanitari impegnati nelle strutture, alle forze dell’ ordine, alla protezione civile e i tanti volontari per il loro.impegno e coraggio.

Fin da subito, sono emersi, a livello nazionale, i limiti e le criticità, spesso nascoste di un sistema sanitario pubblico nazionale che più di qualcuno vuole ancora oggi indebolire, anzichè potenziarlo o, ancora peggio, privatizzarlo.

E’ stata una frattura dolorosa e non so quanto le istituzioni, i diversi servizi abbiamo fatto tesoro di quell’ esperienza.

Di solito una crisi è sempre un opportunità di cambiamento, di svolta e ci impone di non perdere un attimo per non farci trovare nuovamente impreparati.

Oggi, con la Giornata nazionale della memoria delle vittime dell’epidemia di Coronavirus” dobbiamo fare memoria di quanto accaduto per non dimenticare.

L’emergenza ci ha fatto capire l’importanza, la necessità di adottare un atteggiamento proattivo: non dobbiamo aspettare che la domanda si presenti, ma occorre intervenire, prevenire.

Il mio pensiero è per le tante lacrime che la pandemia del Covid ha lasciato sulla nostra città e per quelle ferite troppo profonde ancora per arginarsi. “

Le nostre bandiere, da questa mattina, sono a mezz’asta, così come richiesto dall’Ufficio del Cerimoniale di Stato e per le Onorificienze della Presidenza del Consiglio, ma il nostro impegno per onorare quelle morti è quello di lavorare in una dimensione di comunità capace di avviare processi e tessere visioni nuove di futuro.

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