Castriotta: “Un giorno, un sogno tra quattro alberi di datteri e il vento nuovo”
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Castriotta: “Un giorno, un sogno tra quattro alberi di datteri e il vento nuovo”
Manfredonia – QUELLA stazione fatta di quei pochi treni che andavano e venivano, dove io pensavo sempre che da grande né avrei preso uno, quello giusto che mi avrebbe portato nel mio sogno toscano, la mia meta da bambino, chissà forse perché crescevo con questa convinzioneSta difatti ch’ero di casa alla ferrovia Campagna, tra quel ventilare di vento rumoroso tra quegli alberi giganti di datteri, che in tutto erano quattro, ricordo che quei datteri cadevano addosso alle persone, non nascondo che li ho anche mangiati e a dire il vero erano buoni, credo forse un po’ selvatici non lo so, e non me lo sono mai chiesto, l’ultimo albero confinava col binario.
Il pomeriggio inoltrato quasi serale, poche persone frequentavano quel luogo che a me piaceva tanto, guardavo quei signori con le divise e il berretto, e mi dicevo che un giorno avrei fatto il ferroviere. Poi crescendo nell’età da giovane adulto vinsi davvero il concorso da controllore bigliettaio di linea della tratta dell’Emilia Romagna, contemporaneamente insieme al concorso di un’altra amministrazione la quale mi chiamò prima per l’assunzione che guarda caso era per Firenze, così partii senza esitazione.
di Claudio Castriotta