Quest’jì la Palme…

Quest’jì la Palme…
Quest’jì la Palme…
Ecco il Detto completo:
Quèst’ jì la Palme e faciüme la péce,
nen jì tjimbe di stéje ‘nguèrre.
So’ li Tórche e fanne la péce,
quèst’ jì la Palme e damme ‘nu béce.
Questa è la Palma e facciamo la pace/non è tempo di stare in guerra/ sono i Turchi e fanno la pace,/ questa è la Palma e dammi un bacio.
Una formula che i bimbi recitavano, nello scambiarsi in segno di pace con i parenti e con gli amichetti, il ramoscello benedetto di ulivo nella Domenica antecedente la Pasqua Cristiana.
Nei Paesi caldi usano i rami della palma da dattero, da cui il nome della ricorrenza, come fecero gli abitanti di Gerusalemme, innalzando rami di palma al grido di “Osanna” quando Gesù fece il suo ingresso in città a dorso di asino (Matteo 21,1-11)
Nei Pesi mediterranei usiamo i ramoscelli di ulivo, quale simbolo di pace, in memoria della colomba mandata da Noè e che ritornò con uno di questi nel becco.
Nei Paesi nordici di rito cattolico, ove non crescono palme nè ulivi, usano scambiarsi piantine varie.(amento di salice, bosso comune, ginepro)