Gli abusi della prof sull’alunno. La famiglia: “Mio figlio in lacrime dopo le sue avance”

La notizie delle molestie di una docente di Benevento nei confronti di un suo alunno (minorenne) ha indignato il web. Una donna di 38 anni, in servizio in una scuola media di provincia, avrebbe costantemente fatto apprezzamenti e inviato messaggi e foto con contenuti espliciti sessuali a un suo alunno. L’adolescente, imbarazzato per la situazione, ha parlato con i suoi genitori che hanno prima allertato la scuola e poi i carabinieri. Per i magistrati la docente avrebbe realizzato “un’opera di persuasione sottile e subdola”. Un tam-tam di messaggi, più di cento in due mesi, che rappresentano – ad oggi – l’accusa più solida nei confronti della docente.
La famiglia del ragazzo, subito intervenuta in questa delicata situazione, questa mattina ha raccontato la vicenda a Repubblica. “Quando me ne ha parlato, inizialmente non riuscivo a crederci: ma come puoi immaginare, le ho detto, che una donna di 38 anni possa invaghirsi di un bambino?”, racconta la mamma del ragazzo molestato.
Mercoledì l’indagata – difesa dall’avvocato Angelo Leone – sarà interrogata dal giudice. Il papà e la mamma, però, chiedono giustizia. “Ci fidiamo dell’operato della magistratura. Ma soprattutto vogliamo che questa persona venga messa nelle condizioni di non fare del male ad altri bambini”.
I genitori, prima della confessione del ragazzo, avevano sospettato qualcosa. “Mia moglie – racconta il padre –aveva notato atteggiamenti insoliti da parte di quella donna nei confronti di nostro figlio. Per come si rivolgeva a lui nei messaggi WhatsApp sul gruppo di classe, ma non solo. Una volta mio figlio era uscito a mangiare un panino con alcuni amichetti e lei, pur abitando a trenta chilometri di distanza, si era messa in auto per raggiungerlo. Già questo ci sembrò anomalo. Poi si sono verificate altre situazioni, che mi consentirà di non raccontare qui per ragioni di sicurezza, che avevano insospettito mia moglie. Io invece ero perplesso. Ma oggi, alla luce di quello che è emerso dopo, ogni cosa assume tutt’altro significato”.
Poi la confessione del ragazzo. “Un giorno mio figlio è tornato a casa dalla scuola sconvolto. Il bambino si sentiva sporco, si lavava il viso. Gli abbiamo chiesto perché ed è scoppiato a piangere. Così, ci ha raccontato che la professoressa lo aveva chiamato mentre era in classe gli aveva chiesto di seguirla nella sala dei professori, dove gli aveva rivolto delle avance”.